Il test di Coombs verifica la compatibilità tra mamma e feto e identifica i neonati a rischio di malattia emolitica fetale e neonatale. Scopriamo di cosa si tratta e perché è importante farlo.
TEST DI COOMBS IN GRAVIDANZA: COS’È E A COSA SERVE FARLO
Il test di Coombs viene effettuato all’inizio della gravidanza per verificare la compatibilità del gruppo sanguigno della madre con quello del feto. Poiché, in caso di incompatibilità, l’organismo della mamma produce specifici anticorpi anti-RH che vanno ad attaccare e distruggere i globuli rossi del feto, provocando la malattia emolitica nel feto e nel neonato (MEFN), che in alcuni casi può anche portare a morte intrauterina.
Ciò si verifica quando il gruppo della madre è Rh negativo (esempio A-), quello del padre Rh positivo (esempio B+) e il feto è Rh positivo (esempio AB+). In questo caso, l’organismo materno potrà sviluppare anticorpo contro l’antigene Rh.
Generalmente, la risposta immunitaria non interessa quasi mai la prima gravidanza. Il problema si pone per le gravidanze successive poiché l’organismo materno, dopo il parto, sviluppa gli anticorpi che potrebbero attaccare un feto successivo.
TEST DI COOMBS: DIRETTO O INDIRETTO
Il test di Coombs è un esame di laboratorio di tipo immunologico e può essere di due tipi:
- Diretto
- Indiretto.
Quando si parla in generale di test di Coombs o di test di Coombs in gravidanza, si intende quello indiretto. Il test di Coombs diretto, infatti, si effettua principalmente per diagnosticare anemie immuno-mediate ed è prescritto dal medito nel caso di sintomi quali ittero e anemia non specificata o per diagnosticare altre malattie come mononucleosi infettiva, tubercolosi, lupus.
TEST DI COOMBS IN GRAVIDANZA: QUANDO FARLO
È importante che tutte le donne in gravidanza, a prescindere dal loro gruppo sanguigno e dal loro fatto RH effettuino il test di Coombs indiretto.
Il test è generalmente prescritto per la prima volta entro la sedicesima settimana di gravidanza. Le donne RH positive lo ripeteranno a 28 settimane gestazionali, mentre le madri RH negative dovranno sottoporsi al test ogni mese.
L’ESITO DEL TEST DI COOMBS INDIRETTO
ESITO NEGATIVO
Un test di Coombs indiretto negativo indica che la madre non ha sviluppato anticorpi contro il sangue del feto e che il bambino non è attualmente in pericolo per problemi relativi all’incompatibilità.
ESITO POSITIVO
Al contrario, un test di Coombs indiretto positivo indica che la madre ha sviluppato anticorpi contro i globuli rossi fetali.
Le conseguenze di questo risultato non sono sempre prevedibili: in alcuni casi le ripercussioni sono nulle, in casi rari può portare alla morte perimetrale o danni cerebrali per il bambino.
In ogni caso sarà importante eseguire ulteriori esami, seguire le raccomandazioni mediche e non allarmarsi, non sempre un risultato anomalo porta a conseguenze negative per la gravidanza.
Uno degli esami del sangue che va eseguito in gravidanza è sicuramente quello del gruppo sanguigno della futura mamma. Il gruppo sanguigno è importantissimo per capire se la mamma dovrà fare il Test di Coombs. Il test di Coombs è un dato che emerge tramite un prelievo del sangue e può avere due diversi tipi di analisi:Test di Coombs perché si fa
- il Test di Coombs diretto indica la presenza di anticorpi sulla superficie dei globuli rossi
- il testi di Coombs indiretto mostra anticorpi liberi nel siero
Test di Coombs quando farlo
Questo esame del sangue viene prescritto tra i primi esami del sangue in gravidanza.
Se entrambi i genitori hanno RH negativo o se la madre è RH positiva e il padre Rh negativo, non è necessario eseguire altri esami di accertamento. Il problema potrebbe verificarsi nei casi in cui la madre è RH negativo e il padre RH positivo. L’esame viene quindi prescritto per fare una valutazione sull’organismo materno che potrebbe produrre anticorpi anti D, i quali potrebbero distruggere i globuli rossi del feto, rendendolo anemico o addirittura potrebbero provocarne un aborto.
Se la mamma è RH negativa, il test verrà ripetuto per tutta la durata della gravidanza, se invece è di un altro gruppo sanguigno verrà ripetuto solamente nel terzo trimestre.
In questo modo si potrà vedere se è avvenuto un contatto tra il sangue materno e quello del bambino. Il contatto potrebbe essersi verificato durante esami come amniocentesi o villocentesi.
Nel caso di contatto del sangue e con fattore RH negativo della madre, andrà eseguita una profilassi con immunoglobuline anti-D entro 72 ore dal contatto. Durante la gravidanza invece verrà eseguita la profilassi intorno alla 28esima settimana, tramite una semplice iniezione.
È importante che la donna esegua questo esame, specialmente se ci sono state complicazioni, come l’aborto, poiché è necessario intervenire subito con una immunoprofilassi per evitare eventuali problematiche per successive gravidanze.