Come aprire una bottega equo solidale

Come aprire una bottega equo solidale

Sono in molti a credere in un approccio diverso al commercio convenzionale ed a un riequilibrio dei rapporti tra i paesi economicamente più sviluppati e quelli meno sviluppati. Il commercio Equo e Solidale cerca proprio di fare questo e si pone come scopo quello di promuovere la giustizia sociale ed economica ed uno sviluppo sostenibile attraverso il commercio. Nonostante i margini di guadagno non siano così elevati, aprire un Negozio di commercio Equo e Solidale è sicuramente un buon investimento per il futuro che, contemporaneamente, non calpesta i diritti dei produttori più svantaggiati proponendo prodotti certificati e di qualità. Nel 2008, inoltre, Altromercato, il maggior importatore italiano, ha aumentato il suo fatturato del 7 cento. Un ottimo risultato in tempo di crisi. Ma come si fa ad aprire una Bottega Equo solidale?

COSA FARE PER APRIRE UN NEGOZIO EQUO E SOLIDALE
La prima cosa da fare per chi vuole aprire un’attività imprenditoriale in questo ambito, è seguire un corso. Li organizza Fairtrade, il consorzio costituito da organismi che operano nella cooperazione internazionale, nella solidarietà e nel commercio equo e solidale. Durante questi corsi vengono fornite informazioni sulla storia del commercio equo, sugli aspetti fiscali e finanziari e sulle tecniche di formazione e comunicazione.

Un negozio equo solidale, infatti, non è un negozio come tutti gli altri. Al suo interno non si vendono solo dei prodotti ma si porta avanti un progetto che deve essere fatto conoscere agli acquirenti. Per poter far ciò prima deve essere assimilato da chi gestisce l’attività imprenditoriale. Il prossimo corso di Fairtrade sarà a Fiesole il 26 e 27 febbraio 2010 al costo di 160 euro.

PRIMI PASSI

Si deve aprire una partita Iva. Muniti della Partita Iva, poi, ci si deve rivolgere (come singolo, società o cooperativa) allo Sportello Unico del comune di competenza presentando il Modello COM 1, relativo all’Esercizio di commercio al dettaglio di vicinato, debitamente compilato. Una copia del Modello COM 1, corredata degli estremi dell’avvenuta ricezione da parte del Comune, va presentata entro 30 giorni al Registro delle Imprese della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura (CCIAA ) della provincia di competenza dell’esercizio commerciale.

DOCUMENTI DA PRESENTARE

  • una fotocopia del documento in corso di validità;
  • la planimetria dei locali con evidenziata la superficie di vendita;
  • È prevista, inoltre, ove siano presenti nei locali macchinari fonte di rumore, una dichiarazione sull’impatto acustico ambientale;
  • Per cittadini extra Unione Europea anche una copia del permesso di soggiorno che consenta l’esercizio del lavoro autonomo.

Per chi apre una Bottega Equo solidale è previsto un sopralluogo da parte dei tecnici della Prevenzione del Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione (SIAN) della ASL di competenza per verificare l’idoneità dei locali ed il rispetto delle norme sanitarie.

Un locale adatto a contenere un commercio Equo e solidale di solito deve essere di almeno 50 metri quadrati.

La prima fornitura di prodotti, che tendenzialmente si attesta sui 10mila euro, può essere richiesta ai grandi importatori come Equomercato, LiberoMondo, Altromercato e Equoland.
L’investimento iniziale di solito viene ammortizzato in 20-24 mesi, dopo si possono calcolare circa 20mila euro all’anno.

[di Chiara Rancati • 31.10.03] Consigli ed informazioni utili per avviare un punto vendita di commercio equo e solidale.

Se siete consumatori abituali di prodotti del commercio equo che stanno pensando di aprire un punto vendita autonomo o un’associazione no profit che vuole inserire tra le proprie iniziative una Bottega del Mondo, questa pagina è scritta per aiutarvi nella vostra impresa. Innanzitutto vi conviene essere un gruppo di persone, perchè il commercio equo e solidale non paga un granchè in termini di profitti e la gestione risulterebbe probabilmente troppo onerosa per un individuo solo. Dovete poi rispettare tutti i criteri stabiliti dall’articolo 4 della Carta italiana del Commercio Equo e Solidale, cioè:
– vendere prevalentemente (il 70% circa) prodotti provenienti da organizzazioni di Commercio Equo;  
– scegliere eventuali altri fornitori tra strutture no profit, con finalità sociali, gestione trasparente e metodi di produzione ecocompatibili;
– promuovere iniziative di economia solidale al meglio delle proprie possibilità;  
– fornire ai consumatori tutto il materiale informativo disponibile, comprese le etichette del prezzo trasparente;
– appoggiare le campagne nazionali ed internazionali per la realizzazione degli obiettivi del Commercio Equo e Solidale;
– tenersi informati sui prodotti venduti e sul rispetto, da parte dei fornitori, delle regole
non avere fini di lucro;
– inserire appena possibile personale stipendiato e garantire adeguata formazione;
– valorizzare i volontari e garantire loro la partecipazione alle decisioni sulla Bottega.
Una volta aperta la vostra Bottega potete scegliere di aderire all’Associazione Botteghe del Mondo, un’organizzazione senza fini di lucro che si propone di coordinare le associazioni che fanno commercio equo. Con una quota di iscrizione di circa 50 euro e il versamento di una parte del fatturato complessivo di ogni anno, potrete ottenere il marchio di garanzia (il mappamondo rosso che appare nell’insegna di molti punti vendita), oltre che partecipare ai processi decisionali dell’associazione. Infine, se volete integrare la vostra buona volontà con i consigli di chi è più esperto, Transfair organizza periodicamente corsi per chi vuole aprire una Bottega del Mondo, che oltre a dare maggiori informazioni sul commercio equo forniscono un’introduzione alle tecniche di vendita, gestione ed amministrazione di un esercizio commerciale. Per informazioni potete chiamare lo 049/875.08.23 o scrivere a [email protected].

Come funziona il commercio equo solidale?

Indipendentemente dalle oscillazioni di Borsa, il commercio equosolidale paga un prezzo equo ai produttori, fraziona i profitti secondo logiche di dignità e rispetto, non crea intermediari inutili e stabilisce rapporti diretti, paritari e continuativi con i produttori.

Quali sono i vantaggi del commercio equo solidale?

Il Commercio Equo e Solidale e' un approccio alternativo al commercio convenzionale; esso promuove giustizia sociale ed economica, sviluppo sostenibile, rispetto per le persone e per l'ambiente, attraverso il commercio, la crescita della consapevolezza dei consumatori, l'educazione, l'informazione e l'azione politica.

Quali sono le maggiori organizzazioni che vendono i prodotti della filiera del commercio equo e solidale?

In Italia il movimento del Commercio Equo e Solidale è rappresentato da tre organizzazioni: Equo Garantito, Fairtrade Italia e Associazione Botteghe del Mondo.

Come capire se un prodotto è equo solidale?

Marchio Fairtrade accompagnato da una freccia. È un marchio nero dotato di una freccia a destra ed è applicato su prodotti con più ingredienti certificati, come barrette di cioccolato o di cereali.