La vita è come un altalena

“La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente fra noia e dolore, con intervalli fugaci, e per di più illusori, di piacere e gioia”

Arthur Schopenhauer

La vita è come un altalena

Questa è una delle frasi più famose della storia della filosofia, pronunciata da uno dei più famosi filosofi di sempre, Arthur Schopenhauer. Questa è una delle frasi che più ha cercato di raccogliere il senso della vita. Peccato che lo abbia fatto in maniera che definire “pessimista” è un eufemismo. Questa frase è una rinuncia a cambiare, è il fatalismo del condannato a morte, che aspetta solo la sua ora. E’ come chiudersi in una scatola e dire che fuori è tutto brutto, a partire dalle persone fino all’ultimo raggio di Sole. Qualcuno, più tecnicamente, la potrebbe definire quasi impotenza appressa ( caratteristica delle persone che poiché sono state schiacciate spesso dagli eventi, non possono far altro che rinunciare a cambiare le cose e a subire). Questa frase comunica con ogni sua parola: la parola “pendolo” è forse la più significativa, quella dall’immagine più evidente, ma dal significato più oscuro. Il pendolo ci richiama quei vecchi orologi, quelli fatti da esperti, spesso modelli unici di artigianato. Il pendolo è dato dunque da una grade esperienza tecnica, quasi “di vita”, quindi, per la serie “stai tranquillo che io in queste cose sono esperto!“. E noi, almeno inizialmente, ci fidiamo. Ci fidiamo come quando andiamo dal salumiere dal quale andiamo da anni, ci fidiamo come quando andiamo dal dentista(dalla seconda volta in poi, si intende). Fidarci a volte è sbagliato, perchè implica una sospensione di giudizio, un pensare di far riposare il nostro pensiero…almeno per una volta! C’è però un detto che dice:” Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio!” , certo è un po’ estremo, ma è solo per mediare con l’estremo opposto verso cui ci vuol portare la frase schopenhaueriana. In media res, è sempre questo il punto da cui bisognerebbe partire, da cui bisognerebbe cominciare a guardare, osservare, riflettere, pensare. Nulla è spezzato, solo graduato come un misuratore del ph: il sapore delle cose è nel nostro modo di vederle e di sentirle. L’amara conclusione della vita schopenhaueriana non è che uno di questi punti di vista, una chiave che apre un portone che ci affaccia verso un regno, non l’unico, solo uno. Un miscuglio di colori diversi crea una certa tonalità, una combinazione di elementi in una certa quantità ci fa ottenere un composto e non un altro:non il colore, non il composto. Platone diceva che la bellezza sta negi occhi di chi guarda, beh, la cosa importante da affiancare a questa frase è “da dove e come guarda“. Noi concepiamo il mondo, prima durante e dopo averlo trasformato, e questo lo facciamo continuamente. Siamo capaci di dire una cosa, farne un’altra e pensarne un’altra ancora, questo può sembrare un atteggiamento doppiogiochista, lo è, ma è anche il modo in cui si sopravvive, è la capacita di cambiare e di cambiarsi, di sentirsi Mondo nel Mondo. Il pendolo viaggia costantemente, senza sosta in uno spazio angusto, ciò provoca un senso di claustrofobia che sembra non poter avere una fine. Questo solo in apparenza però, o meglio, solo da questo punto di vista. Stessi elementi creano un’altra immagine, creano un nuovo mondo, una gestalt diversa. Un’ altalena, in fondo, può essere definita un pendolo a cielo aperto. Anche lei oscilla, costantemente no, ma solo se è qualcuno a muoverla: questa è una delle prime fondamentali differenze!

Quando siamo sul’altalena decidiamo noi a che velocità andare, come muoverci. Anche l’altalena oscilla e con essa anche tutti i nostri pensieri, come quando si monta l’albume delle uova per una torta. L’oscillazione sposta tutto questo, ma crea anche, trasforma vivifica. E proprio questo la rende adatta alla frase per la quale stiamo costruendo questo ponte, pronti ad arrivare davanti ad un nuovo portone, ad aprirlo e ad entrare nel nuovo regno. Un nuovo punto di vista, un nuovo senso della vita: un’altalena! Si prende la rincorsa per andare veloce, a volte ci si sbilancia, si ha paura, ci si vorrebbe fermare. Andare indietro non serve che a capire meglio come andare avanti, avanti verso il cielo, in un continuo principio di volo. Sognare il cielo e, contemporaneamente, ammirare lo sforzo che si sta compiendo ed esserne orgogliosi, perché la nostra forza è nei tentativi che facciamo. Tutto ciò che proviamo serve, va solo visto nella maniera giusta per ricominciare. Quindi, una volta arrivati a questo portone, sopra ci troviamo scritto: