I loghi più belli delle squadre di calcio

Le società di calcio cambiano, si evolvono, assumono nuove forme, esplorano altri business e si aprono a nuovi schemi, parlano linguaggi diversi e si modellano su audience eterogenee. Si trasformano, e così la loro immagine: negli ultimi tempi, anche e soprattutto nel calcio italiano, molti club hanno deciso di aggiornare la propria identità visiva, con restyling di loghi e lavori di rebranding che hanno coinvolto ogni aspetto della propria comunicazione – che passa dalle esigenze commerciali e di marketing e arriva ai crest che campeggiano sulle maglie da gioco.

Il caso più recente riguarda il Venezia, che ha sostituito il vecchio leone di San Marco affidando il rebranding allo studio di Bureau Borsche, responsabile creativo anche delle nuove divise: il nuovo logo del club lagunare è una V in cui sono incorporati gli elementi distintivi dell’identità cittadina, come il leone e le prue delle gondole. Poco prima, era toccato al Modena rinfrescare la propria identità visiva, con il canarino – appellativo dei giocatori e simbolo del club – che ha preso il posto del vecchio scudo ripartito in due metà gialloblù; qualche settimana fa, invece, la Fiorentina aveva deciso di aggiornare il suo storico logo trasformandolo in una versione semplificata.

La via tracciata dalla Juventus

Sono gli ultimi esempi in ordine di tempo che si inseriscono in un quadro molto più allargato, con numerose squadre che hanno deciso di rielaborare la propria immagine. A fare da apripista, cronologicamente ma soprattutto nel concept visivo, è stata la Juventus, nel 2017: la decisione di mandare in pensione il vecchio scudo ovale, rinnovato nel tempo ma fedele nel mantenimento degli elementi originali in uso dai primissimi anni di storia del club, per sostituirlo con un monogramma, è stato un passo decisamente rivoluzionario. 

«Il nuovo logo rappresenta la Juventus in tutta la sua essenza, dalle strisce allo Scudetto, e ovviamente la J: in altre parole i tre elementi che costituiscono il DNA Juve», si legge nel comunicato ufficiale della società bianconera. «Il club cambia ufficialmente pelle, proiettandosi nel futuro con una nuova identità visiva, simbolo di un brand e di uno stile totalmente rinnovati». Nella parola brand si riconosce la nuova direzione che ha preso il calcio italiano: quella di comportarsi in questo senso, appunto, dismettendo la nozione originaria di club – come associazione sportiva, e basta – per aprirsi al merchandising, al digitale, ai mercati più eterogenei. 

Da stemmi a brand

Una simile strada l’ha intrapresa l’Inter, con il rebranding dello scorso anno, anche questo affidato a Bureau Borsche: lo storico monogramma di Giorgio Muggiani è stato rielaborato in una versione più minimale, con le lettere F e C (Football Club) che sono state sacrificate per far spazio a I e M, le iniziali di Inter e Milano. Alessandro Furchino Càpria, responsabile del progetto fotografico, ha così sintetizzato l’idea che ha guidato il cambiamento: «Quello che abbiamo provato a fare è contestualizzare attraverso un linguaggio contemporaneo tutta quella che è la nuova identità visiva. Credo che con questo progetto l’Inter tenda la mano alle modalità di comunicazione dei grandi brand internazionali sportivi».

Francesco Marongiu

L’idea contemporanea delle società di calcio è quindi quella di passare dai vecchi loghi – eredi di una tradizione “araldica”, e perciò proiettata nel passato – a marchi che comunichino con essenzialità i valori e l’identità propri – come fossero dei brand, appunto. I crest subiscono sempre più un processo di semplificazione, adottando linee più minimal e immediate: «La maggior parte degli stemmi delle squadre di calcio sono stati progettati più di 50 anni fa, molto tempo prima che Internet e i media digitali fossero così influenti nelle nostre vite», dice a GQ Christopher Payne, designer specializzato nel rebranding di società di calcio professionistiche. «Gli stemmi delle squadre sono stati creati ai tempi in cui erano per lo più visti sulle maglie dei giocatori. Oggi, invece, quegli stessi stemmi si vedono ovunque: dalla tv ai videogiochi, dai social media allo streetwear. In virtù di questo, ogni club deve avere un logo che sia di impatto, che sia memorizzabile, e che al tempo stesso rifletta la personalità del club e che sia funzionale su tutti i media di oggi».

Tra le infinite possibilità del restyling dell’identità delle società di calcio ci sono, ovviamente, anche modalità meno “invasive”, che ritoccano i loghi senza mutare gli elementi distintivi. Come il caso recente del Genoa, con la croce staccata dai bordi per esaltarne l’impatto visivo e una rappresentazione aggiornata del grifone; oppure in passato, come è toccato al Bologna, con l’adozione di toni più scuri, o alla Roma, che ha sostituito il monogramma ASR con la parola Roma, a rimarcare il legame con la città a beneficio del pubblico internazionale.

Parola d'ordine: semplificare

Non c’è un modo univoco per ridisegnare l’identità di un club: ogni realtà ha le proprie esigenze e le proprie specificità. «Quando lavoro con le squadre di calcio di tutto il mondo, lascio sempre che la storia del club ispiri il suo stemma futuro», sottolinea Payne. «Prendo in considerazione le loro identità precedenti e cerco di incorporare elementi di quella storia visiva nel nuovo design. L’obiettivo è ridurre l'identità del club al design più semplice possibile, assicurandosi tuttavia che quel design semplice abbia ancora carattere, sostanza, stile e rappresenti il club alla perfezione».

Al tempo stesso, la tendenza alla semplificazione è sempre più marcata. Se si considerano gli esempi di Venezia e Modena, per restare ai casi più recenti, risalta immediatamente il concetto alla base del restyling – un logo che sia un marchio, scalabile su ogni tipo di piattaforma. «Il calcio italiano ha alcuni dei migliori rebranding degli ultimi anni», dice Payne. «Juventus, Fiorentina, Inter e Venezia hanno nuovi design ispirati alle tradizioni del club e, in alcuni casi, direttamente ispirati a identità passate. È interessante notare che nessuno dei nuovi stemmi riporta il nome del club all'interno della struttura del design: sono semplici simboli grafici che rappresentano il club. Questa è una tendenza seguita da molti club affermati: stanno riducendo l'identità al design più semplice possibile. Il che comporta un vantaggio: queste nuovi loghi possono essere considerati marchi di lifestyle o fashion, sono design che superano il campo. Sono il simbolo delle tradizioni e della personalità del club, ma il loro design è semplice e facile da ricordare, il che li rende estremamente pratici e adattabili a tutti i media moderni e a tutti gli scenari».

Qual'è lo stemma più bello?

Lo stemma societario più bello del mondo è quello dell'Ajax (introdotto nel 1990) che raffigura il profilo stilizzato di Aiace Telamonio, il guerriero greco a cui la squadra olandese deve anche il suo nome.

Qual'è lo scudetto più bello d'Italia?

Il Milan è campione d'Italia 2021/2022. I rossoneri festeggiano il loro 19esimo scudetto. È il tricolore più bello della storia del Milan.

Come creare un logo per una squadra di calcio?

Ecco le istruzioni per creare logo gratis: Collegarsi al sito web https://it.freelogodesign.org/ Inserire il nome dell'azienda, che ne nel nostro caso sarà il nome della squadra di fantacalcio. Scegliere una categoria (è preferibile scegliere sport) Cliccare sul bottone INIZIA.

Come si chiamano le squadre di calcio?

Denominata anche "società calcistica" oppure "club calcistico", l'espressione include in sé anche tutti quegli aspetti di organizzazione sportiva, amministrativa e dirigenziale legati alla gestione manageriale e al settore tecnico.