Un medico in pensione può fare ricette

Un medico in pensione può fare ricette

Il NAS di Pescara, a seguito di una fitta serie di accertamenti incrociati, ha deferito in stato di libertà tre uomini per sostituzione di persona e interruzione di un servizio di pubblica utilità continuato in concorso. Il sodalizio criminale era composto da tre medici, due dei quali in pensione, che si sostituivano l’un l’altro all’interno dell’ambulatorio dell’unico dottore ancora in attività, effettuando visite e prescrivendo farmaci con ricette firmate a nome di quest’ultimo, procurandogli così un vantaggio economico derivante dalle indennità di compenso giornaliera del Servizio sanitario nazionale.

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per quanto riguarda l'autoprescrizione non per fini personali ma per l'allestimento della borsa (vedi lasix, adrenalina, cortisone etc) posso autoprescriverli su ricetta rossa del medico che costituisco, con doppio timbro ovviamente?

Se vai a lavorare per la GM o per GT i farmaci ti vengono già passati di default.
Se lavori come libero professionista (es. sostituzione di MMG) i farmaci devi comprarteli a tue spese.
Nota: l'adrenalina, di solito, va tenuta in frigo. Esistono delle forme particolari di emergenza ma non credo ti serviranno mai (a meno che tu non lavori nel settore dell'emergenza-urgenza).

altra cosa, per la morfina per os vale la stessa cosa?

Intendi tipo Oramorph?

Ricettario personale: indicazione di nome e cognome, data, specialità, numero di confezioni, posologia e indicazione "NON RIPETIBILE".

ultima domanda: se sostituico un m,edico nelle asl x, posso prescrivere farmaci per pazienti non suoi residenti nella asl y?

Teoricamente non dovresti (dovresti prenderti cura solo dei pazienti iscritti con il tuo MMG o nel suo gruppo di medicina), però si può tecnicamente fare, come prescrizione occasionale (ricordati che anche solo una prescrizione, se fatta a carico di assistiti non registrati presso il MMG che sostituisci, è una prestazione a pagamento, in quanto libero-professionale).

Basta apporre nelle caselle 'sigla provincia' e 'codice asl' i relativi estremi; ricordati, ovviamente il codice fiscale, che è obbligatorio (a meno che tu non lavori in GM); se vuoi essere precisa precisa metti anche l'indirizzo completo di residenza del paziente.

ciao!

- berserker -

Dopo tanti anni di sacrifici, duro lavoro, turni massacranti e formazione continua, arriva finalmente il momento “fatidico”: la meritata pensione. Tanto sognata e tanto desiderata, si, ma a quanto pare non da tutti.

I nostri cari e – a questo punto- instancabili dottori  scelgono di restare a lavorare anche dopo l’età-soglia che consentirebbe di andare in pensione.

Lo conferma anche il bilancio stilato nel 2016 dall’ENPAM (cassa di previdenza dei camici bianchi). Solo il 18% dei medici di famiglia e ambulatoriali fa effettivamente richiesta di pensionamento. Ad un’occhiata superficiale questa sembrerebbe un’eresia. Ma è invece interessante chiedersi perché proprio questa categoria professionale sia così restìa a lasciare il posto ai propri successori.

E noi ci proviamo proprio in questo articolo.

Iniziamo con il dire che il mestiere del medico è una vera e propria vocazione.  Questo significa che il desiderio di aiutare il prossimo non si esaurisce con il termine dell’attività lavorativa.
Dover rinunciare alla missione di una vita non solo è difficile, ma anche estremamente complesso dal punto di vista emotivo.

Passiamo poi ad un altro aspetto, ovvero la paura del cambiamento.
È risaputo che con gli anni si tende a diventare sempre più routinieri e a odiare gli stravolgimenti.
E qui si tratterebbe di modificare completamente uno stile di vita, tra l’altro gratificante, per addentrarsi in una nuova realtà che potrebbe non essere proprio come se la immaginano, o almeno la paura è quella.

Avere tempo libero significa anche cimentarsi in qualcosa di nuovo, reinventarsi.
Spesso, il poco tempo a disposizione impedisce di coltivare degli interessi extra lavorativi o comunque, anche se questi sono presenti, non riusciamo a ritagliare per loro il giusto spazio.
Avere la giornata a disposizione ci costringe a capire cosa ci piace fare, e a trovare il coraggio di tentare “qualcos’altro” con il rischio di non sentirsi soddisfatti o adeguati, come lo eravamo invece nel nostro lavoro, o di iniziare da zero.

Certo, l’alternativa sarebbe quella di passare le giornate seduti sul divano a guardare la televisione. Ma per un medico sempre attivo e in movimento non è la strada giusta per godersi la pensione!

Cosa fare quindi?
Di certo, il ricambio generazionale è inevitabile, seppur “rimandabile”. Ma tanti giovani medici sono in attesa che si liberino posti occupazionali per iniziare a crescere nella propria carriera.

Magari, si potrebbero sviluppare delle “sessioni motivazionali” o dei meeting appositi per aiutare tutti i professionisti che si avvicinano alla pensione ad accettarla nel miglior modo possibile, e a trasmettere le loro competenze ai nuovi arrivati, così che possano farne tesoro ed essere ancora più preparati, avendo già incorporate delle solide basi.

Cosa ne pensate?

Cosa succede quando un medico va in pensione?

Se il tuo medico di base va in pensione, devi occuparti di sceglierne uno nuovo, per evitare di rimanere scoperto. Il cambio va fatto in ASL: devi recarti con i documenti necessari ed effettuare la tua scelta. In alternativa puoi fare il cambio via internet.

Quanto prende di pensione un medico di medicina generale?

La Cps (Cassa pensioni sanitari: i medici dipendenti dalle Unità sanitarie locali, dagli Enti locali che prima facevano capo alla CPDEL) al 1° gennaio 2017 conta 72.048 pensioni, per un importo medio mensile di 4.334,01 euro.

Quando va in pensione il medico di base?

Medici (uomini e donne) nati nel 1948 dal giorno dopo il compimento dei 66 anni. Cessazione del rapporto col SSN. In caso di cessato rapporto col SSN: anzianità contributiva (effettiva, riscattata, ricongiunta) non inferiore ai 15 anni. Dal 1 giorno del mese successivo al compimento dei 66.

Cosa fare se non si ha un medico di base?

Secondo a quanto stabilito dalle leggi 2022 in vigore, se non si ha ancora un medico di base assegnato per prescrizioni, ricette e cure, ci si può rivolgere al servizio di continuità assistenziale, una guardia medica privata che si trova in ogni Comune.