Il peperoncino piccante fa male alla prostata

Il peperoncino fa bene alla prostata oppure fa male e peggiora i sintomi della prostatite e della prostata infiammata?

Scopriamolo insieme.

Tutti noi abbiamo sentito parlare dei fantomatici poteri di alcuni cibi afrodisiaci.

Il più incensato in tal senso è il peperoncino, il quale ha delle incredibili proprietà benefiche in alcune attività fisiologiche, infatti nella credenza popolare gli sono stati associati mirabolanti funzioni toniche e stimolanti per la vita sessuale.

Purtroppo, nonostante l’innegabile apporto gustativo che il piccante riesce a dare al cibo, il peperoncino è da sconsigliare a tutte quelle persone che le analisi del sangue hanno riscontrato un PSA fuori norma e la presenza di una prostatite benigna.

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Peperoncino e Prostata le ricerche e gli studi

Il centro studi “Umberto Veronesi” sostiene che in caso di prostatite benigna e quindi d’infiammazione della prostata che si riscontra in pazienti dai 30 ai 50 anni, la vera prevenzione parte dalla tavola.

Molti cibi ritenuti afrodisiaci, come il peperoncino, sono da evitare nelle prostatiti.

Il cibo piccante e il peperoncino non fanno altro che infiammare l’area, sono quindi da sconsigliare per chi ha una infiammazione benigna della prostata.

Bisogna tenere sotto controllo e regolarizzare anche la funzione intestinale, evitando diarree o stipsi (accentuate da un uso smodato uso di piccante) che possono infiammare ulteriormente la prostata.

Una buona prassi consiste nel bere con regolarità almeno due litri di acqua al giorno, allo scopo di depurare e decongestionare la prostata.

Molto consigliata l’attività fisica e quella sessuale, mentre, secondo consolidate ricerche è sconsigliato il cibo piccante e soprattutto il peperoncino, allorquando c’è una certa sensibilità o una infiammazione in atto.

Tra le cose da fare inoltre in caso di prostata infiammata è assumere degli integratori specifici per prostatite, in grado di regolarizzare e ridurre l’infiammazione.

Perché il peperoncino fa male alla prostata infiammata

Il peperoncino non è consigliato dai medici quando c’è una prostatite acuta o cronica.

Tutti i cibi speziati peggiorano i sintomi della prostatite, sono quindi severamente sconsigliati.

Discorso diverso si deve fare per il peperoncino e per altri cibi acidi, come gli agrumi e i pomodori che sono utilissimi nella prevenzione cancerosa della prostata.

La prostatite non deve essere associato a un fenomeno canceroso.

L’infiammazione della prostata consiste in una ipertrofia della stessa che va a premere sulla vescica, altra cosa è la presenza di cellule cancerogene. Le due patologie non sono speculari.

Il peperoncino può essere mangiato solo ascoltando i segnali provenienti dall’organismo, è impensabile mangiarlo se poi siamo costretti a stare male, chi è affetto da prostatite benigna non dovrebbe farne uso.

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Come agisce il peperoncino sulla prostata

Il peperoncino, come altri cibi piccanti, possono favorire l’infiammazione della prostata agendo direttamente sulla vescica, acuendo i sintomi dolorosi fino a penalizzare la stessa minzione.

Nel caso di una ipertrofia prostatica benigna, la ghiandola preme sulla vescica limitandone la elasticità e generando una riduzione urinaria, con una eccessiva stagnazione di urina.

Va considerato che il peperoncino infiamma la vescica, la quale, considerata la vicinanza, può trasmettere l’infezione alla prostata.

Nel caso in cui una persona sia già affetta da una prostatite benigna, l’infiammazione della vescica non fa altro che peggiorare i sintomi prostatici.

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Il principio attivo del Peperoncino

All’interno del Peperoncino è presente la capsaicina, la quale può essere responsabile delle cistiti della vescica e del cosiddetto intestino irritabile.

Come in tutte le cose, non esiste un cibo che fa bene o male in assoluto, dipende dalle condizioni di ogni persona.

La capsaicina apporta benefici nel metabolismo basale, come antidolorifico, fluidificando il sangue, come riconosciuto cibo anticanceroso e per prevenire il cancro alla prostata, ma può infiammare e irritare la vescica complicando i sintomi e il dolore alla prostata.

Leggi anche l’articolo che ci spiega i benefici dei semi di zucca per la prostata

In definitiva il peperoncino è da sconsigliare alle persone con una prostatite già in atto, le stesse quantità giocano il loro ruolo e devono essere commisurate alle condizioni generali e fisiologiche di chi le assume.

Una persona con prostatite acuta o cronica, deve evitare il peperoncino perché ne peggiora i sintomi.

Nel caso di una prostata sana, il peperoncino in quantità opportune previene il cancro.

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Chi soffre di prostata può mangiare il peperoncino?

Vincenzo Mirone, presidente della SIU (Società Italiana di Urologia), spiega che a rendere peperoncino, birra, crostacei e altri alimenti 'nemici' della prostata "è quello stesso elemento che li rende noti come afrodisiaci. Questi cibi, infatti, irritano la prostata, stimolando la necessità di eiaculare".

Quali cibi irritano la prostata?

Birra, insaccati, spezie, pepe, peperoncino, superalcolici, caffè, cioccolato, formaggi grassi, pesci grassi (anguilla, tonno, sgombro), molluschi, frutti di mare, crostacei (gamberi, aragosta). Tutti gli alimenti elencati presentano spiccate proprietà irritanti sul basso tratto urinario (prostata e vescica).

Quali spezie evitare per la prostata?

Per il benessere della prostata, dovresti eliminare dalla tua dieta tutti gli agenti irritanti: quindi pepe, peperoncino e altre spezie piccanti, ma anche gli alimenti nervini come alcool, tè e caffè.

Come assumere il peperoncino per l'erezione?

il peperoncino va usato in modiche quantità, all'interno di pasti che comprendano, preferibilmente, anche frutta e verdura freschi e latticini leggeri (che proteggono le muscose).