Il profumo delle foglie di tè trama

Il profumo delle foglie di tè trama
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Il profumo delle foglie di tè – Londra, anni Venti

Gwendolyn Hooper, giovane donna inglese appena sposata, si trasferisce nella lontana isola di Ceylon per raggiungere il marito. Ma l’uomo che le viene incontro nella piantagione di tè non è lo stesso di cui si era innamorata in Inghilterra tempo addietro. Distante e indaffarato, Laurence trascorre giornate intere nella piantagione, lasciando la sua sposa sola ad occuparsi della casa, della servitù e delle nuove incombenze.

La grande casa coloniale, agli occhi di Gwen, appare un luogo misterioso, con porte chiuse a chiave ed indizi di un torbido passato: in un baule polveroso è nascosto un vecchio velo da sposa ingiallito e le ombre del giardino celano una piccola tomba… Quando Gwen rimane incinta, suo marito è finalmente felice e tutto sembra andare per il verso giusto, ma c’è poco tempo per festeggiare. Al momento del parto la neomamma dovrà prendere una decisione terribile, di cui non potrà fare parola con nessuno, nemmeno con Laurence. Quando, infine, arriverà il momento della verità sarà in grado la donna di spiegare cosa ha fatto e perché?

RECENSIONE

Il profumo delle foglie di tè è un libro che racconta forza e coraggio di una donna, una giovane ragazza a cui viene sconvolta la vita il giorno in cui è messa davanti ad una terribile scelta: dare via sua figlia perché scura di colore e quindi non del marito. Una notte in cui lei non ricorda di aver tradito il consorte e che crede sia accaduto l’inevitabile.

Una donna che vive una vita senza una parte di sé, ogni mamma si sente già mamma nel momento in cui scopre di essere incinta, se poi nel grembo hai due bambini sei doppiamente mamma, fino al giorno in cui tua figlia nasce di colore e sei costretta a darla via per non essere ripudiata dalla tua stessa casa e perdere tutto, casa, marito e tutto ciò che più ami, può sembrare un gesto egoistico ma Gwen quel gesto se lo porterà sulla coscienza per sempre, non riuscirà ad essere più quella di un tempo, la stessa di prima, la donna di prima.

Una donna forte ma allo stesso tempo debole e fragile come una foglia d’autunno, desiderosa alla fine di mettere tutti i tasselli a posto ma perdendo ciò che di più caro ha. Un personaggio interessante della storia è anche Laurence, un marito amorevole e affettuoso. Laurence prima di Gwen aveva avuto un’altra moglie e figlio, morti a causa dell’ex moglie che depressa si era uccisa e portato con sé suo figlio. Dall’ora Laurence porta  dentro di sé una cicatrice e una paura incurabile che teme possa ripetersi e perdere di nuovo la donna che ama al momento del parto. Cerca in tutti i modi di non ripetere gli errori del passato, dimostrandosi capace di perdono e compassione verso la donna che ama.

Questo libro lascia un segno indelebile nel lettore, riesce ad arrivare dritto al cuore ed a emozionare attraverso parole scritte e immagini che scorrono nella mente create dalla propria fantasia.

La sensazione che ho avuto leggendo “Il profumo delle foglie di tè” di Dinah Jefferies è stata la stessa di quando si sorseggia una buona e aromatica tazza di tè, davanti a un caminetto acceso e con un buon libro, come questo.
Non si tratta di un volume qualunque, va letto lentamente, come del resto lento è l’andamento della storia. Questa però non è una critica, al contrario: leggendo ci si immerge completamente nel racconto, fin dal principio, catturati da paesaggi esotici ampiamente e fedelmente descritti ma, ancor di più, dai colori e dai profumi che inebriano la terra meravigliosa che fa da sfondo alla vicenda, l’India.

Sembra quasi di percorrere le stradine di Ceylon, polverose e rumorose, stracolme di gente, in cui le macchine sono un lusso e in qualsiasi momento ci si può trovare nel bel mezzo di un tumulto, generato da etnie diverse, ognuna delle quali vuole imporre la propria cultura in un mondo in cui esistono ancora padroni e schiavi.
Nell’entroterra ci si può imbattere in elefanti che fanno il bagno nei fiumi o percepire l’odore delle spezie e dei fiori, come la cannella, il gelsomino, i limoni o, ancora, ammirare i colori sgargianti dei sari indossati dalle raccoglitrici di tè o i paesaggi mozzafiato. Sempre viaggiando con la fantasia, come credo debba fare un buon libro, come credo abbia fatto Dinah Jefferies con il suo racconto.

La trama è accattivante: Gwen, la protagonista, decide di raggiungere suo marito, proprietario di alcune piantagioni di tè, e deve ambientarsi in un mondo che è ben diverso da Londra, la sua città natale.
Una storia, questa, ricca di segreti nascosti, verità inconfessabili, sensi di colpa, passioni travolgenti e gelosie ma, soprattutto, scelte difficili e coraggiose, che mai dovremmo trovarci a fare nella vita.
Il tutto ambientato in un periodo storico delicato, che fa da sfondo alla vicenda: siamo, infatti, negli anni 1920-1930, periodo in cui la donna non era tenuta molto in considerazione e bastava poco ad essere ripudiata dalla famiglia e dalla buona società. Questo è, però, anche il periodo della Grande Depressione che portò al crollo della Borsa di Wall Street e ad una profonda crisi economica mondiale.
Il linguaggio usato è semplice ed elegante. Una storia, dunque, da leggere ed assaporare, come si farebbe con una buona tazza di tè.