Chi ha l incarico di intervenire in caso di emergenza incendio

Tra i rischi che possono minare la sicurezza dei lavoratoridurante lo svolgimento delle loro mansioni uno dei più frequenti o, se non altro, più conosciuti è il rischio incendio.
Il Testo Unico, negli articoli 18 e 43 prevede, definisce e disciplina una figura specifica addetta proprio alla prevenzione e alla protezione da questo tipo di rischio, si tratta dell’addetto al servizio di lotta antincendio.

Chi è l’addetto al servizio antincendio

Il D.lgs 81 descrive l’addetto al servizio antincendio come il lavoratore con il compito di mettere in pratica tutte le misure e le attività di:

  • prevenzione degli incendi
  • lotta antincendio
  • evacuazione in caso di emergenza in collaborazione con gli addetti al primo soccorso

Chi nomina l’addetto antincendio

La nomina dell’addetto spetta al datore di lavoro, e può essere più d’uno, in numero commisurato alle caratteristiche dell’azienda e all’entità dell’esposizione a rischio incendio della stessa. La designazione avviene per mezzo di un atto di nomina formale con il quale vengono conferiti ai lavoratori l’autorità e le responsabilità correlate al tipo di servizio.

Ovviamente il Datore di lavoro, nello scegliere il futuro addetto, deve tener conto delle reali capacità dello stesso e, una volta nominato, deve provvedere alla sua adeguata formazione tramite specifici corsi stabiliti dalla normativa. La nomina diverrà effettiva soltanto dopo che il soggetto avrà portato a termine con successo il percorso formativo, a quel punto il suo nominativo dovrà essere inserito nel DVR e la lettera di nomina dovrà essere conservata presso l’azienda.

Un lavoratore può rifiutare la nomina di addetto alla prevenzione incendi?

Ricordiamo che i lavoratori designati non possono rifiutare la nomina, se non per gravi e giustificati motivi dovutamente documentati, e non hanno diritto a particolari indennità per lo svolgimento di tale ruolo.

Autonomina ad addetto antincendio

I casi in questione sono individuati in base alla tipologia delle aziende, ovvero:

  • in aziende artigiane e industriali fino a 30 lavoratori
  • agricole e zootecniche fino a 30 lavoratori
  • della pesca fino a 20 lavoratori
  • altre aziende fino a 200 lavoratori

Si tratta in pratica degli stessi casi in cui il datore di lavoro può ricoprire il ruolo di RSPP e, in maniera analoga, anche in questo frangente, sono previsti dei corsi di formazione obbligatori.

Le aziende inadempienti all’obbligo di nomina rischiano una sanzione che va da 750€ a 4.000€.

Cosa fa l’addetto alla lotta antincendio

Il ruolo dell’addetto è strettamente correlato ai compiti e alle mansioni che è chiamato a svolgere, che sono di diversa natura in base alla situazione.

Compiti addetto antincendio durante la normale attività lavorativa

  • svolgere attività di prevenzione incendi analizzando le fasi del processo lavorativo più a rischio;
  • verificare e intervenire, se necessario, sul comportamento dei colleghi,
  • verificare e controllare l’integrità e la regolarità delle attrezzature antincendio;
  • verificare che la segnaletica antincendio sia esposta in maniera chiara e visibile;

Compiti addetto antincendio durante le situazioni di emergenza

  • avvisare dell’emergenza in atto e recarsi sul posto e valutarne l’entità;
  • intervenire utilizzando estintori se l’emergenza è di bassa entità;
  • nel caso in cui non riesca a domare l’incendio, deve avviare e coordinare la procedura di evacuazione;
  • avvisare gli addetti alle chiamate di emergenza e i soccorsi esterni;
  • disattivare eventuali valvole di gas o interruttori elettrici a rischio;
  • isolare la zona per circoscrivere l’emergenza;
  • verificare che tutto il personale sia giunto nel punto di ritrovo;
  • supportare i soccorsi esterni fornendo tutte le informazioni;
  • segnalare la fine dell’emergenza quando il pericolo scompare;
  • accertarsi della sicurezza degli impianti e dei locali e chiedere la ripresa dell’attività;

Chi ha l incarico di intervenire in caso di emergenza incendio

Formazione addetti antincendio, è obbigatoria?

L’addetto antincendio deve frequentare degli appositi corsi di formazione e aggiornamento, i cui contenuti minimi sono previsti dall’Allegato IX del Decreto Ministeriale 10 marzo 1998, che prevedono una parte teorica e una parte pratica per l’apprendimento e l’attuazione dei principi della lotta antincendio.

La durata del corso cambia in funzione al livello di rischio incendio presente in azienda:

Livello Rischio IncendioRISCHIO BASSORISCHIO MEDIORISCHIO ALTO
Descrizione Luoghi di lavoro in cui sono presenti sostanze a basso tasso di infiammabilità con scarse possibilità di sviluppo e propagazione di incendio luoghi di lavoro in cui sono presenti sostanze infiammabili e fattori che possono favorire lo sviluppo di incendi, ma con scarse possibilità di propagazione luoghi di lavoro in cui sono presenti sostanze altamente infiammabili e fattori che determinano notevoli probabilità di sviluppo di incendi e forti probabilità di propagazione
Durata Corso Iniziale 4 ORE 8 ORE 16 ORE
Durata Aggiornamento 2 ORE 5 ORE 8 ORE

Corso antincendio rischio basso

Corso antincendio rischio medio

Corso antincendio rischio alto

Il testo unico sulla sicurezza sul lavoro stabilisce l’obbligo di aggiornamento periodico della formazione antincendio, senza però stabilire una frequenza minima di aggiornamento.(Nuove norme antincendio per il posto di lavoro e per le gallerie stradali)

La circolare del 27/1/2012 della Direzione Regionale Emilia Romagna dei Vigili del Fuoco, nelle more di specifiche disposizioni in merito, ha indicato come ragionevole la cadenza triennale, fatte salve diverse valutazioni in merito da parte del Datore di Lavoro.

È il Datore di Lavoro, infatti, che è tenuto a rinnovare la formazione, l’informazione e l’addestramento al proprio personale in occasione di modifiche alle condizioni di rischio, dell’introduzione di nuove attrezzature o sostanze, o in genere di fronte a mutamenti dell’organizzazione del lavoro che rendano necessario un aggiornamento o un’integrazione delle conoscenze formative e delle capacità pratiche degli addetti incaricati.

Certificato di Prevenzione Incendi

Tra gli adempimenti relativi alla prevenzione e sicurezza dei luoghi di lavoro in merito al pericolo di incendio ricade sul titolare anche l’ottenimento del Certificato di Prevenzione Incendi. Si tratta di un certificato che attesta che l’azienda in questione rispetta quanto stabilito dalla normativa sulla prevenzione degli incendi, e che quindi sia in possesso dei requisiti di sicurezza antincendio previsti.

Il CPI viene rilasciato dal comando provinciale dei vigili del fuoco (su istanza del titolare stesso) a seguito di un sopralluogo atto a verificare:

  • il rispetto della normativa di prevenzione incendi;
  • la sussistenza dei requisiti di sicurezza antincendio;

La norma di riferimento è il Decreto del Presidente della Repubblica n° 151 del 1° agosto 2011 che abroga e sostituisce tutti i riferimenti normativi precedenti. Nel DPR 151 la volontà del legislatore è chiara, ed è finalizzata a garantire adempimenti amministrativi proporzionali alla dimensione dell’impresa e al settore di attività e ad eliminare autorizzazioni, licenze, permessi e procedure non necessarie, estendendo l’utilizzo dell’autocertificazione e informatizzando al massimo adempimenti e procedure amministrative;

Di recente, poi, è entrato in vigore il Decreto del Ministero dell’Interno 21/02/2017 che ha aggiornato ulteriormente la normativa antincendio estendendo l’obbligo di richiedere il CPI anche ad altri edifici ed attività che prima non dovevano farlo.

Quando serve il Certificato di Prevenzione Incendi? Attività Soggette all’obbligo

La normativa chiarisce quali sono i casi in cui il certificato prevenzione incendi è obbligatorio e quando non lo è, nello specifico l’elenco delle attività soggette è indicato nell’Allegato 1 al DPR 151/2011, che si compone di una lista delle 80 attività considerate a maggior rischio in caso d’incendio.

Queste attività soggette sono a loro volta divise in 3 categorie (A, B, C) in base a:

dimensioni, settore, esistenza di regole tecniche, sicurezza pubblica.

Per ognuna delle categorie gli adempimenti procedurali sono differenti e commisurati secondo il seguente schema:

Categoria A = rischio incendio basso

attività con un limitato livello di complessità normate da regola tecnica

  • non è obbligatorio chiedere ai VVF la valutazione del progetto;
  • i VVF effettuano sopralluoghi a campione;
  • a seguito di sopralluogo il titolare dell’attività può richiedere il rilascio del verbale di visita tecnica;

Categoria B = rischio incendio medio

attività dotate di regola tecnica ma con un maggiore livello di complessità; attività sprovviste di regola tecnica, ma con livello di complessità inferiore rispetto alla categoria C

  • è obbligatorio chiedere ai VVF la valutazione del progetto;
  • i VVF effettuano sopralluoghi a campione;
  • a seguito di sopralluogo il titolare dell’attività può richiedere il rilascio del verbale di visita tecnica;

Categoria C = rischio incendio alto

attività con alto livello di complessità, indipendentemente dalla presenza di una regola tecnica

  • è obbligatorio chiedere ai VVF la valutazione del progetto;
  • i VVF effettuano sopralluoghi a campione e rilasciano il CPI.

Di norma il CPI ha una durata quinquennale al termine dei quali bisognerà procedere ad inviare richiesta di rinnovo periodico di conformità antincendio.

Tale operazione va sempre fatta dal Titolare tramite una dichiarazione attestante l’assenza di variazioni alle condizioni di sicurezza antincendio con allegata tutta la documentazione prevista.

Tuttavia a seguito di modifiche strutturali o al processo lavorativo, a nuova destinazione dei locali o a variazioni quantitative/qualitative delle sostanze pericolose bisognerà provvedere immediatamente al rinnovo.

La normativa prevede delle sanzioni, sia pecuniarie che penali, applicabili in tutti i casi in cui, a seguito del controllo dei vigili del fuoco, si rilevi la mancata presentazione di SCIA o di attestazione di rinnovo periodico di conformità a antincendio.

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Chi deve intervenire in caso di emergenza sul lavoro?

81/2008, il datore di lavoro deve adottare le misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave, immediato ed inevitabile, abbandonino il posto di lavoro o la zona pericolosa.

Chi sono gli addetti alle emergenze?

Gli addetti alla gestione delle emergenze, devono inoltre frequentare i corsi di formazione, essere in numero sufficiente e disporre di attrezzature adeguate, tenendo sempre conto delle dimensioni e dei rischi dell'azienda o dell'unità produttiva.

Chi nomina i lavoratori addetti alla gestione delle emergenze incendio e primo soccorso?

Gli addetti si dovranno occupare delle primissime operazioni per la gestione dell'emergenza e della richiesta di aiuto ai servizi di soccorso, secondo le procedure loro impartite. Gli addetti sono designati dal responsabile della struttura, e non possono rifiutare l'incarico se non per gravi e giustificati motivi.

Chi è il soggetto responsabile delle misure di emergenza?

Chi è il soggetto responsabile dell'attuazione delle misure d'emergenza ? I responsabili dell'attuazione di queste misure sono il datore di lavoro, il dirigente ed il preposto, ciascuno nell'ambito delle proprie attribuzioni e competenze.