Si possono mangiare le fave in allattamento

IntroduzioneCibi e Composizione del latteCibi da EvitareSapore e Odore

Introduzione

Cibi e allattamento: problematiche

L'alimentazione in fase di allattamento è un fattore essenziale per garantire la corretta produzione di latte nella nutrice.

Si possono mangiare le fave in allattamento
Eventuali difetti nella lattazione (quantità e durata) o della composizione chimica del latte materno possono incidere negativamente sullo stato di salute del lattante (dall'età neonatale fino al 6° mese di vita); questo può avvenire per due ragioni:

  • Inadeguatezza della composizione del latte e conseguenti:
    • Insoddisfazione delle richieste nutrizionali del bambino
    • Possibile nocività, a causa di contaminanti ecc.
  • Inadeguatezza del sapore del latte e conseguente scontento del bambino, che può rifiutare di alimentarsi.

Analizziamo le varie casistiche una per volta.

Cibi e Composizione del latte

Cibi della madre: modificano la composizione del latte?

Il latte materno è un alimento altamente specifico. Non può essere sostituito da alcun altro cibo, eccezion fatta per il latte di altre nutrici umane o per il latte formulato. La composizione del latte materno varia in base a:

  • Periodo della nutrizione (dal colostro a quello del sesto mese)
  • Stato nutrizionale della madre
  • Soggettività.

Oltre a nutrire il bambino, il latte materno ne seleziona la flora batterica intestinale e ne programma, almeno in parte, il sistema immunitario; d'altro canto, se escludiamo i casi di gravissima malnutrizione, queste ultime due caratteristiche difficilmente cambiano al mutare dell'alimentazione materna. Al contrario, la dieta della madre può incidere drasticamente sul profilo esclusivamente nutrizionale, ovvero quello di: acqua, carboidrati, proteine, lipidi, sali minerali e vitamine (forse anche di prebiotici).

Cibi da Evitare

Cibi da evitare perché non soddisfano le richieste nutrizionali del bambino

Disponendo di tutti i nutrienti utili, la ghiandola mammaria è perfettamente in grado di sintetizzare il latte in maniera autonoma e “intelligente”. Con questa premessa, visto e considerato che i fabbisogni non cambiano in maniera radicale (anzi, rispetto alla gravidanza per lo più diminuiscono), per evitare una carenza nutritiva nel bambino sarebbe sufficiente che la nutrice mangiasse in maniera abbondante. Tuttavia, se durante la gestazione avviene un aumento di peso fisiologico, in allattamento è naturale che succeda il contrario. Infatti, l'aumento ponderale in gravidanza ha la funzione di ottemperare alle maggiori necessità caloriche future (quelle dell'allattamento).

L'accumulo adiposo del seno, delle cosce e dei glutei è una fonte essenziale di energia cellulare per l'organismo e di acidi grassi da riversare nel latte. Ciò significa che, se l'andamento del peso è “normale”, la dieta della nutrice non dev'essere eccessivamente calorica e/o grassa; piuttosto, sufficientemente ricca di amminoacidi essenziali, acidi grassi essenziali, vitamine idrosolubili, vitamine liposolubili e minerali (in particolare calcio e fosforo).

Tornando al nostro dilemma: quali cibi sono da evitare  nella dieta della madre per garantire l'apporto nutrizionale al bambino in allattamento? Semplice, tutti quelli naturalmente poveri, o artificialmente impoveriti, dei suddetti nutrienti.

Per evitare di entrare nel merito di ogni singolo prodotto, riassumeremo di seguito le considerazioni più importanti:

  1. Evitare le diete ipocaloriche: sono quelle che apportano meno energia di quella normocalorica. In pratica, non bisogna “tentare” di dimagrire. La riduzione delle riserve lipidiche avviene automaticamente, senza imporre uno stimolo catabolico. E' addirittura consigliato consumare da 450 a oltre 500 kcal in più del normale al giorno. Nota: anche desiderando fortemente di recuperare la propria siluette, ritardare di qualche mese la dieta per garantire la salute del bambino è l'unica scelta ragionevole. Di conseguenza, si consiglia di escludere tutti gli alimenti dietetici dimagranti; ad esempio, si consiglia di limitare la sostituzione dei pasti con barrette, frullati, altri alimenti confezionati dietetici, light ecc.
  2. Evitare le diete che si basano su pochi pasti: la nutrice deve introdurre l'apporto energetico spalmato in circa 6 pasti quotidiani, in modo da favorire la lattazione
  3. Evitare le diete di esclusione:
    1. Evitare le diete che escludono frutta e verdura: sono gli alimenti che apportano la maggior parte di: acqua, potassio, vitamina C, pro-vitamina A, vitamina K e acido folico. Contribuiscono sensibilmente a completare il fabbisogno di: vitamina E e acidi grassi essenziali polinsaturi acido alfa-linolenico (omega 3) e acido linoleico (omega 6). Nota: le fibre e probabilmente la maggior parte degli antiossidanti polifenolici non attraversano la ghiandola mammaria e non raggiungono il latte, ma sono comunque essenziali per la salute della nutrice
    2. Evitare le diete che escludono i semi: quelli amidacei, oltre a fornire i carboidrati necessari all'apporto energetico, contribuiscono a soddisfare i fabbisogni di: alcune vitamine del gruppo B (ad esempio la tiamina B1 e la niacina B2), magnesio e selenio
    3. Evitare le diete che escludono i prodotti di origine animale: carne, pesce, uova, latte e derivati sono le fonti principali di proteine ad alto valore biologico (la nutrice deve assumere almeno 17g di proteine in più del normale al giorno), grassi polinsaturi essenziali del gruppo omega 6 e zinco. Per evitare questa carenza senza apportare particolari modifiche alla dieta, è sufficiente conservare almeno uno di questi nella dieta. Inoltre, la carne fornisce grandi quantità di ferro biodisponibile (necessario in quantità parecchio superiori al normale, ovvero 18 mg/die) e quasi tutte le vitamine del gruppo B; il pesce, inoltre, è anche ricco di iodio, vitamina D e metaboliti attivi dell'acido alfa linolenico (omega 3). Le uova sono un concentrato di quasi tutti i nutrienti essenziali per l'uomo ma, essendo ricche di colesterolo, meglio non eccedere. Il gruppo del latte e derivati è anche una sorgente indispensabile di vitamine del gruppo B (soprattutto B2 riboflavina), calcio (necessario in quantità parecchio superiori al normale, ovvero 1200 mg/die), fosforo e vitamina A
    4. Evitare le diete che escludono i condimenti di origine grassa: gli oli vegetali di buona qualità, come l'extravergine di oliva, oltre a coprire la maggior parte del fabbisogno di acidi grassi essenziali, sono una fonte naturale di vitamina E.

Cibi da evitare perché possono contaminare la dieta del bambino

In realtà si tratta di un insieme di cibi che “potrebbero” rilasciare alcune molecole nel latte (anche definite tossine). Tuttavia, in merito a quelli disponibili in commercio, si tratta di alimenti sicuri, non potenzialmente nocivi, purché in porzioni e con frequenza di consumo adeguati. Altri invece hanno un rischio di contaminazione superiore e andrebbero evitati:

  1. Evitare funghi di raccolta privata: le tossine di certi funghi, tossici e velenosi, possono passare nel latte ancor prima che la madre accusi i primi sintomi
  2. Evitare tutti i prodotti raccolti o di provenienza non garantita, soprattutto estera: sono maggiormente coinvolti la frutta secca (semi oleosi) e certi cereali o derivati. Possono essere contaminati da muffe molto pericolose per il fegato; non abbiamo garanzie che queste vengano trattenute dall'organismo della madre e potrebbero giungere nel latte
  3. Evitare di consumare frutta e verdura o altri cibi di provenienza casalinga sconosciuta: per lo più, le coltivazioni autonome non vengono sottoposte ad alcun controllo. Visto il pericolo legato alle contaminazioni delle falde acquifere, dei terreni e dei corsi fluviali (con i quali spesso vengono irrigate le produzioni), non è da escludere che questi alimenti contengano dosi eccessive di: nitrati e nitriti o nitrosammine, diossine, metalli pesanti, pesticidi (come il temibile diserbante glifosate, gli insetticidi, i lumachicidi ecc).
  4. Evitare di consumare uova, latte, carne e pesce di dubbia provenienza: è senz'altro frustrante ma inevitabile. Gli allevamenti domestici e le creature cacciate o pescate non sono sottoposti ad alcuna analisi. Molti di loro possono essere colpiti da parassitosi o interessati dall'accumulo di diossine (vedi il problema della diossina nelle anguille del lago di Garda) o altro. Nota: è necessario prestare molta attenzione soprattutto alle frattaglie
  5. Evitare una dieta esclusivamente basata su alimenti confezionati, quindi ricchi di additivi: sappiamo che tutti i prodotti commercializzati vengono sottoposti a controlli severissimi. D'altro canto, questi non tengono in considerazione che la dose massima tollerabile di ciascun additivo (un limite rigorosamente rispettato da tutti i cibi sul mercato) può essere facilmente oltrepassata dalla somma dei singoli prodotti consumati. Ecco perché rimane valida la raccomandazione di evitare l'uso smodato di cibi e bevande light, confezionati in genere, e di dolcificanti sintetici (da usare in quantità non superiori a 7 g/die)
  6. Evitare integratori e farmaci, così come i rimedi fitoterapici, se al di fuori delle prescrizioni mediche: i principi attivi di questi prodotti possono infiltrarsi nel latte e interessare l'organismo del bambino. L'organismo di un lattante, soprattutto in riferimento all'intestino, al fegato e ai reni, non è efficiente tanto quanto in età adulta
  7. Evitare gli alcolici, soprattutto in corrispondenza della poppata: l'alcol sembra passare facilmente la barriera mammaria e contaminare il latte. Per un periodo si è creduto che certi alcolici, soprattutto la birra scura, potessero aumentare la lattazione. In realtà è esattamente l'opposto. Sono concessi uno o due bicchieri di vino rosso al giorno, rigorosamente ai pasti, possibilmente lontano dalla poppata
  8. Evitare gli alimenti ricchi di nervini: ad esempio grandi quantità di caffè, tè fermentato, il guaranà, il ginseng e il cacao, o gli energy drink, che contengono notevoli quantità di metilxantine eccitanti che finirebbero inesorabilmente nel latte
  9. Evitare gli alimenti NON equilibrati o che contengono certi nutrienti in eccesso: in particolare, si consiglia di evitare i cibi troppo salati, dolci e ricchi di colesterolo, grassi saturi o idrogenati, acroleina, acrilamide, formaldeide, policiclici aromatici in genere ecc
  10. Evitare gli alimenti verso i quali ci sono maggiori probabilità di reazione allergica: in teoria, i segmenti peptidici coinvolti nelle reazioni allergiche non giungono fino al latte; d'altro canto, la ricerca scientifica mostra dei risultati controversi nella correlazione tra la presenza degli alimenti nella dieta della madre e la corrispondente manifestazione dell'allergia alimentare nel bambino. Sappiamo che alcune allergie alimentari sono periodiche, altre definitive, e che la predisposizione è ereditaria ma non necessariamente legata allo stesso allergene. A tal riguardo ogni allergologo, ostetrico e pediatra esprime un'opinione discordante con quella degli altri. Per sicurezza, nella dieta di una nutrice italiana, potrebbe essere ragionevole escludere crostacei, frutta secca e soia
  11. Evitare, almeno periodicamente, i cibi verso i quali si nutrono dei “sospetti”: può accadere che, inserendo certi cibi nella dieta della madre, il bambino rifiuti la poppata o mostri una certa complicazione gastrointestinale; i prodotti coinvolti sono quelli assunti dalla madre nelle 2-6 ore prima. Statisticamente, provocano più spesso reazioni avverse i seguenti cibi: latte, yogurt, formaggi, ricotte, soia, frumento, uova, noci e mais o sciroppo di mais. In tal caso, dopo averli identificati, è consigliabile escludere questi prodotti uno per volta reinserendoli gradualmente. E' comunque essenziale consultare il medico prima di eliminare i cibi dalla dieta.

Sapore e Odore

Cibi da evitare perché non graditi dal bambino

Se il lattante non mangia, non cresce o cresce male o si indebolisce.

Un tempo si credeva che il bambino potesse subire negativamente la presenza di molecole fortemente aromatiche o gustative nel latte. Era dunque prassi comune eliminare:

  1. Spezie secche da radici, bulbi, foglie, semi, frutti, radici o corteccia: ad esempio la curcuma, il curry, la paprika, il peperoncino, lo zenzero, il cumino, la cannella, la noce moscata, i semi di finocchio, l'anice ecc
  2. Oli essenziali degli stessi prodotti: vale il medesimo discorso fatto per le spezie
  3. Olio di pesce: utilizzato come integratore di vitamina D e omega 3, si ipotizzava che potesse donare al latte un forte sentore di prodotti della pesca
  4. Condimenti vari: ad esempio la salsa di soia; prodotta dalla fermentazione della soia
  5. Grosse quantità di vegetali freschi aromatici o piccanti come: cipolla, aglio, porri, cipollotti, peperoncino, pepe nero, rafano, zenzero ecc.

In realtà, oggi si consiglia di NON escludere alcun alimento dalla dieta e di far sì che questa sia abbastanza simile al regime nutrizionale consuetudinario della gravidanza. Questo perché:

  1. Il bambino è abbastanza abituato ai sapori della dieta normale poiché trascorre nove mesi a contato con il liquido amniotico, presente anche nel cavo orale della creatura. Anche la composizione di quest'ultimo è correlata all'alimentazione della gestante
  2. Un latte che cambia spesso di gusto e sapore, in maniera delicata e non eccessiva, aumenta le possibilità che il bambino accetti facilmente i vari alimenti nel divezzamento e durante la crescita.

Ciò nonostante è dimostrato che, statisticamente, i lattanti si oppongono con più frequenza a certi alimenti rispetto ad alti.

I bambini si lamentano più spesso con certi cibi rispetto ad altri: quali?

Sono coinvolti in particolar modo:

    • Cioccolato
    • Alcune spezie: cannella, aglio, curry, peperoncino
    • Agrumi e loro succhi: arance, limoni, lime e pompelmi
    • Fragole
    • Kiwi
    • Ananas
    • Verdure che tendono a incrementare il gonfiore intestinale: cipolla, cavolo, aglio, cavolfiore, broccoli, cetrioli e peperoni
    • Frutti con effetto lassativo: soprattutto ciliegie e prugne.

    Quando si allatta si possono mangiare le fave?

    I legumi migliori sono fagioli, ceci e piselli; meno bene lenticchie e fave, ma solo perché hanno un sapore più deciso che potrebbe modificare il gusto del latte.

    Quali legumi evitare in allattamento?

    In realtà no, però fave e lenticchie sono i legumi che, più di ceci, fagioli e piselli, possono modificare il gusto del latte rendendolo sgradito al piccolo (per via del loro sapore forte e deciso).

    Quali legumi mangiare in allattamento?

    Una mamma in allattamento può consumare ceci, fagioli, lenticchie, spinaci e piselli (o gli altri legumi che preferisce) insieme alla pasta, creando un ricco piatto unico; in alternativa si possono mangiare a mo' di zuppa autunnale.