Calcolo buoni fruttiferi postali serie q 1990

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Calcolo buoni fruttiferi postali serie q 1990

Comunicato Stampa

20 Maggio 2022

Buoni fruttiferi postali:

la Class action sui buoni Serie Q rinviata a luglio 2023.

Inaccettabili i tempi della giustizia in Italia. 

Nei giorni scorsi, il Tribunale Civile di Roma, inaspettatamente, ha dichiarato l’inammissibilità della class action presentata dalla Federconsumatori per tutelare le ragioni dei risparmiatori in possesso dei buoni fruttiferi postali della serie Q a vedersi corrisposte le somme dovute.

Una pronuncia che abbiamo contestato sin dal primo momento, ritenendola inspiegabile e del tutto opinabile, specialmente in relazione ad alcune considerazioni richiamate nell’ordinanza, che sovvertono principi consolidati in ambito consumeristico.

Per questo, Federconsumatori ha deciso di proseguire la propria iniziativa di tutela dei risparmiatori, per il riconoscimento del giusto corrispettivo spettante ai possessori dei buoni fruttiferi postali.

“Siamo ancora più decisi e determinati a tutelare i diritti dei cittadini vittima di questa forma di risparmio tradito.” afferma Michele Carrus, Presidente Federconsumatori. “I cittadini, che numerosi, in questi giorni, ci hanno manifestato la volontà di proseguire impugnando l’ordinanza, chiedono a gran voce giustizia. Una richiesta a cui non possiamo sottrarci.”

Per questo presenteremo reclamo all’ordinanza del Tribunale civile di Roma, rimettendo ai Giudici superiori la decisione sull’ammissibilità e sul merito dell’azione intrapresa. Auspichiamo che in tale sede di giudizio vengano riconosciute le ragioni dei cittadini coinvolti, che in ogni caso difenderemo anche ricorrendo ad azioni di tutela individuale.

In tal senso continueremo a raccogliere le adesioni alla class action tramite il portale www.serieq.it, dove i cittadini troveranno tutte le informazioni utili per far valutare i buoni fruttiferi in loro possesso e per partecipare all’azione.

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una serie di sentenze riguardante il tema dei buoni fruttiferi postali vinte contro Poste Italiane, ma sappiamo che non sempre è semplice districarsi fra legislazioni e timbri e, di conseguenza, portare avanti in maniera autonoma la propria battaglia personale. La situazione infatti resta spinosa in quanto i motivi per cui i tassi del buono non corrispondono, in molti casi, a quanto riscosso dal risparmiatore, sono principalmente due:

1. La legislazione italiana. Nel 1973 venne emanata una legge che permetteva al Ministero del tesoro di poter abbassare il tasso di interesse anche dei buoni già sottoscritti, legge di cui il Ministero beneficiò a partire dal 1986. Le serie antecedenti alla Q, quindi la M – N – O – P vennero tutte equiparate alla nuova serie emanata nell’86, la quale aveva dei tassi di interesse decisamente inferiori a quelle precedenti. Molte sentenze si sono chiuse favore di Poste Italiane, mentre solo una minoranza a favore dei consumatori. Questo perché appunto non è semplice aprire un contenzioso nei confronti di quello che è un atto legislativo.

2. La seconda causa di svalutazione riguarda i buoni emessi dopo il 1 luglio del 1986. Poste italiane infatti, nonostante dovesse applicare la nuova serie, utilizzava ancora i buoni precedenti. Una serie di azioni amministrative hanno complicato la situazione: non sempre, infatti, venivano applicati i timbri, oppure venivano applicati nel lato sbagliato, o ancora venivano indicati tassi d’interesse sfavorevoli rispetto alla serie di riferimento. In questo caso abbiamo diverse sentenze vinte a favore dei consumatori, i quali hanno diritto alla riscossione di una parte dell’investimento che non è stata conteggiata a suo tempo.

Questo ci porta ad essere molto positivi sulla possibilità di poter risarcire un numero quanto più ampio possibile di consumatori investitori di un buono serie Q, unendo le forze verso una direzione comune: il diritto dei consumatori, l’esigenza di tutelare i risparmi degli italiani e di conseguenza, in molti casi, i sacrifici di lavoratori che hanno cercato di assicurare un futuro a figli e nipoti.

COME POSSO ACCERTARMI DELLA SERIE DI RIFERIMENTO DEL MIO BUONO?

Sul fronte c’è il numero della serie. Nel caso dei buoni che rientrano in questa class action, potete vedere la lettera Q seguita dal numero identificativo del titolo.

Sul retro invece troverete una tabella stampigliata con i rendimenti sovrapposta alla tabella stampigliata un ulteriore timbro a secco che in sostanza riprende i rendimenti sempre della serie Q. Attenzione, questi ultimi, a non confonderli con i buoni emessi come serie Q/P.

Dato importante per individuare quali buoni possono essere oggetto dell’azione di classe è anche la data di sottoscrizione del titolo, gli stessi infatti devono essere emessi dopo l’1.7.1986

DEVO POSSEDERE LA COPIA DEL BUONO POSTALE FRUTTIFERO PER POTER PROCEDERE CON L’AZIONE DI CLASSE?

COME FACCIO SE NON HO LA COPIA DEL BUONO POSTALE FRUTTIFERO RISCOSSO?

COSA SUCCEDE SE CHI HA RISCOSSO E’ NEL FRATTEMPO DECEDUTO?

DEVONO AGIRE TUTTI I CONTITOLARI DEL BUONO?

Come calcolare interessi buoni fruttiferi serie Q?

serie Q/P ai seguenti tassi: 8% fino al 5° anno; 9% dal 6° al 10° anno; 10,5% dall'11° al 15° anno; 12% dal 16°al 20° anno”.

Quanto vale un buono postale serie Q?

Sui primi va versata l'imposta, pari a 4.338,33 euro. Pertanto, il valore netto dei Buoni fruttiferi postali sarebbe di 32.950,56 euro, circa 4.500 euro in più di quanto effettivamente sborserà Poste. Anche in questo caso, tuttavia, non stiamo tenendo conto dell'imposta di bollo.

Come faccio a vedere i miei buoni fruttiferi?

Accedi alla tua area personale di poste.it, nella sezione del Portafoglio Buoni, e inserisci i dati relativi al tuo Buono cartaceo. Potrai controllare in ogni momento da pc o smartphone il valore attuale del tuo Buono cartaceo.

Quanto vale un buono fruttifero postale del 1995?

Ecco il valore dei Buoni fruttiferi postali Stando ai calcoli, il montante salirà a circa 30.157 euro, comprensivo dei 10 mesi di proroga del periodo di maturazione degli interessi oltre ai 30 anni, indicato da Poste. Manca ancora da versare l'imposta di bollo.