Indice dei Paragrafi Il TFR rappresenta senza ombra di dubbio uno dei temi più di interesse dei lavoratori italiani sia privati che pubblici. Sicuramente sai già cos’è ma non hai mai avuto ben chiaro come funziona o come si calcola. In questo caso, mettiti comodo perché nelle prossime righe ti spiegheremo tutto quello che non sai sul TFR. Che cos’è il TFR?Come ben sai TFR sta per Trattamento di fine rapporto e indica la liquidazione che il datore deve pagare al dipendente al momento della cessazione del rapporto di lavoro. Tale indennità deve sempre essere proporzionata agli anni di servizio che hai svolto presso un’azienda. Hanno diritto al TFR tutti i lavoratori sia del settore privato e che di quello pubblico. La liquidazione viene erogata in tutti i casi di cessazione del rapporto di lavoro, dal licenziamento alle dimissioni volontarie. Tale trattamento rappresenta un vero e proprio compenso differito al momento della cessazione del rapporto di lavoro. Il suo scopo è quello di dare al lavoratore la possibilità di superare le difficoltà economiche che possono subentrare con il venir meno della retribuzione. Se l’azienda fallisce o è inadempiente al momento della liquidazione oppure nel caso di una richiesta di anticipo, l’INPS garantisce per il soggetto privato e paga la somma dovuta. Quindi il lavoratore anche in caso di fallimento dell’impresa nella quale svolge la sua attività lavorativa, non perde il diritto a percepire il TFR, infatti mese per mese il datore di lavoro è obbligato a versare un contributo proporzionale alle retribuzioni pagate. Anticipazione del TFRSe hai almeno otto anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro, la legge prevede la possibilità di richiedere in via anticipata il TFR ottenendo però massimo il 70% del suo valore. Inoltre, la richiesta deve sempre essere giustificata necessità valide come il costo di spese urgenti le quali devono essere rigorosamente documentate. Nello specifico puoi richiedere anticipatamente l’indennità in caso di:
L’anticipazione può essere ottenuta una sola volta nel corso del rapporto di lavoro e viene detratta, a tutti gli effetti dal trattamento di fine rapporto. Per calcolare il TFR bisogna dividere la retribuzione annua per 13,5. Questo è un valore convenzionale utilizzato ugualmente sia che il lavoratore percepisca 13 mensilità, sia che ne percepisca 14. Ad esempio, nel caso in cui il tuo reddito annuale del 2021 sia di 20.000 euro, la parte di liquidazione accantonata nei 12 mesi sarà la seguente: Quota annua del TFR lordo: 25.000:13,5 = 1.851,85 euro Poi il 31 dicembre di ogni anno l’importo che hai accumulato progressivamente negli anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro, eccetto quello dell’anno in corso, viene rivalutato sommando un tasso fisso dell’1,5% più il 75% dell’aumento dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo (cioè l’aumento dell’inflazione) rispetto all’anno precedente. Quindi la somma della liquidazione è pari al totale della retribuzione annua divisa 13,5. Poi questa cifra va ricalcolato aggiungendo l’indice di rivalutazione che è uguale al 75% dell’inflazione più 1,5% fisso. Rimodelliamo l’esempio di prima. Ipotizziamo che il 1° gennaio vieni assunto con uno stipendio annuo lordo di 25.000 euro. Al 31 dicembre del primo anno il calcolo per l’accantonamento del suo TFR sarà: Quota lorda annua calcolata il 1° gennaio 25.000 euro: 13,5 = 1.851,85 euro (TFR al termine del primo anno di lavoro). Al 31 dicembre dell’anno successivo, si procederà nuovamente al calcolo. Ipotizziamo che tu abbia percepito lo stesso stipendio e che l’aumento dell’indice Istat dei prezzi al consumo, rispetto all’anno precedente, sia stato dell’1%. Rivalutazione al 31 dicembre 1.851,85 x 2,25% = 41,66 euro Dove 2,25% lo otteniamo sommano l’1,5% (che è fisso) e il 75% dell’1% che abbiamo ipotizzato essere l’aumento dell’inflazione rispetto all’anno precedente. Totale accantonamento TFR lordo 1.851,85 +1.851,85 + 41,66 = 3.745,37 euro (TFR accumulato in due anni di lavoro). L’importo calcolato viene definito lordo, in quanto maturato inglobando anche le tasse dovute. Ritenuta INPSDalla cifra ottenuta prima va sottratta una ritenuta dello 0,5% per l’Inps, calcolata sull’imponibile contributivo. Quest’ultima somma serve per alimentare un fondo dell’INPS e assicurare che i lavoratori ricevano la liquidazione anche se l’azienda fallisce. Ritenuta ai fini Inps: 25.000 x 0,005 = 125 euro Quota annua TFR: 1.851,85 – 125 = 1.726,85 euro Dobbiamo però ricordare che il TFR è anche soggetto a una tassazione separata. Significa semplicemente che l’aliquota IRPEF applicata non è quella basata sull’ultimo anno di stipendio, ma con l’aliquota media calcolata su tutti gli anni di servizio.Vediamo insieme a quanto ammonta l’aliquota per il calcolo del TFR. L’aliquota IRPEFDopo aver determinato la base imponibile totale del TFR occorre determinare l’aliquota media che sarà applicabile alla stessa. Per ottenere la base imponibile e dunque il reddito di riferimento, si moltiplica l’importo di TFR accantonato per 12 (numero fisso convenzionale previsto per il calcolo). Il risultato va poi diviso per gli anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro. Una volta ottenuta la base imponibile, dovrai:
Attualmente, gli scaglioni di reddito e le relative aliquote Irpef sono i seguenti:
Esempio calcolo aliquota media TFRFacciamo un esempio pratico. Ipotizzando che il TFR maturato, comprensivo di rivalutazione già calcolata e tassata, dopo 15 anni di lavoro sia pari a 25.000 euro, il reddito di riferimento sarà dato da:
Ottenuta questa base imponibile, applichiamo le aliquote IRPEF:
Il valore totale dell’imposta è di 4.800 euro. Dall’imposta ottenuta abbiamo l’aliquota media è: 4.800 : 12.000*100= 40% di aliquota media. In definitiva, il TFR netto sarà uguale alla differenza tra il TFRlordo e l’imposta, cioé: 25.000 – 10.000 (40% di 25.000) = 15.000 euro Riduzione dell’aliquota IRPEFA partire dal 2008 per i rapporti di lavoro con durata inferiore ai 2 anni e per i TFR che hanno un reddito di riferimento non superiore ai 30 mila euro sono previste delle detrazioni agevolate, cioè una riduzione dell’imposta. Nello specifico, tali riduzioni sono pari a:
Successivamente a tali operazioni, e in base all’aliquota media che hai versato nei 5 anni anteriori alla cessazione del rapporto di lavoro, l’Agenzia delle Entrate riliquida l’imposta dovuta. Se la differenza tra l’imposta non pagata e quella pagata supera i 100 euro emettono un avviso di pagamento al diretto interessato. Può anche capitare che il datore di lavoro abbia effettuano una trattenuta maggiore del dovuto. Ovviamente, in questo caso gli uffici finanziari rimborsano il maggiore credito. In base all’attuale normativa le quote di TFR che sono maturate a partire dall’1° gennaio 2001 sono seguono una normativa, mentre quelle maturate dopo sono disciplinate differentemente. Infatti, le quote maturate sino al 31 dicembre 2000 sono interamente tassate dal datore di lavoro, mentre quelle successive a questa data sono assoggettate solo a ritenuta provvisoria da parte del datore di lavoro (attualmente questa è circa il 17%), in quanto sarà poi l’Agenzia delle Entrate ad effettuare il calcolo definitivo dell’imposta dovuta. Dove si vede il TFR in busta paga?Sapere a quanto ammonta il TFR spettante è utile non solo per sapere quanto si andrà a percepire alla cessazione del rapporto di lavoro, ma anche quanto si può richiedere a titolo di anticipazione della liquidazione. Indicare il TFR sul cedolino è obbligatorio, tuttavia, la struttura della busta paga non è sempre uguale per tutti. Nella maggior parte dei casi, nella parte bassa del cedolino troverai un prospetto riassuntivo dei dati relativi al TFR, vicino alla sezione dedicata ai dati previdenziali e assicurativi. Ecco, nel dettaglio, a quale voce devi cercare per trovare tutti i dati relativi al TFR:
La Legge di stabilità 2015, inoltre, ha previsto la possibilità per i lavoratori dipendenti del settore privato con almeno 6 mesi di anzianità di ottenere in busta paga, quindi mensilmente, un anticipo del trattamento di fine rapporto. La scelta di farsi o meno anticipare la liquidazione spetta al lavoratore e, una volta manifestata la volontà di ricevere il TFR in busta paga, l’opzione non può essere revocata fino al 30 giugno 2018. Destinazione del TFRAl momento dell’assunzione il dipendente deve scegliere entro 6 mesi la destinazione del TFR tra:
Se il lavoratore non effettua la scelta entro 6 mesi dall’assunzione, il TFR viene in automatico destinato integralmente a previdenza complementare tramite il meccanismo del tacito consenso. TFR in busta paga: è obbligatorio inserirlo?Nella busta paga devono essere indicate tutte le competenze spettanti al lavoratore, compreso quindi il TFR in quanto è anch’esso elemento della retribuzione. Anche se non è immediatamente disponibile è parte integrante del salario lordo. Per essere più precisi si tratta di un salario differito che il datore di lavoro trattiene e di cui è responsabile, con il compito di reinvestirlo all’interno dell’azienda. Il conteggio del TFR in busta paga è mensile o annuale?Come già anticipato, il TFR si trova nella parte bassa della busta paga. In genere, è possibile vedere sia quanto è maturato quel mese sia quanto è stato accantonato progressivamente nell’anno. La casella con la dicitura “Fondo TFR al 31/12” indica quanto TFR è stato maturato nell’anno precedente. Accanto a tale casella si possono trovare poi altre informazioni come:
Sono una studentessa universitaria, ho 24 anni e vengo dalla splendida città di Napoli. Sono laureata in Economia e commercio alla Parthenope ed ho scelto di proseguire gli studi per specializzarmi in Scienze economiche e finanziarie. Le mie passioni più grandi sono l’economia, la statistica, la scrittura e la musica. |