Posizioni per tenere in braccio un neonato

Posizioni per tenere in braccio un neonato

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Posizioni per tenere in braccio un neonato

Si sentirà comodo? Ben sostenuto? Spesso i neogenitori temono che il bebè possa non essere a suo agio. Ma basta qualche semplice accorgimento per prendere in braccio un neonato nel modo corretto, garantendogli confort e sicurezza e alleviando alcuni piccoli disturbi dei primi mesi

Il tuo bimbo è nato e finalmente puoi ammirarlo e coccolarlo. Ma qual è il modo migliore per prendere in braccio un neonato? Di fronte a una creatura così piccina e delicata, può capitare di sentirsi un po’ insicuri. Sappiamo che è importante sorreggere la testolina, ma ci sono altri accorgimenti da seguire perché il bimbo si senta comodo e ben sostenuto? E se è agitato, ha fastidio al pancino o deve digerire? Ecco tutte le “posizioni” per tenerlo in braccio nel modo più confortevole per mamma e bebè.

Vicini vicini per… un pieno di benessere

“Prima di parlare delle posizioni da adottare per prendere in braccio il neonato, è opportuno sottolineare quanto sia importante per lui, e anche per i suoi genitori, questa forma di contatto e vicinanza”, spiega Anna Portanova, coordinatrice infermieristica del Dipartimento di Neonatologia Medica e Chirurgica dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. “Al di là della tecnica, quando il bambino è in braccio alla mamma o al papà vive una condizione di profondo benessere. Per il neonato il contatto è fondamentale. Tra le braccia del genitore si sente contenuto e al sicuro e ritrova le sensazioni sperimentate nella sua vita prenatale, quando era accarezzato dal liquido amniotico, cullato, mai solo”.

Non è un caso se, posato sul petto della mamma o rannicchiato nel suo abbraccio, il bebè si tranquillizza e, in genere, si addormenta rapidamente. “Questa vicinanza piace anche ai genitori e li aiuta a entrare in sintonia con il loro bambino”, sottolinea l’esperta. “A confermare l’importanza delle coccole e del contatto sono stati numerosi studi scientifici, che hanno smentito ufficialmente quei vecchi pregiudizi – purtroppo ancora molto radicati nella nostra società - per cui si teme che, tenendo in braccio il bimbo, si rischi di viziarlo. In realtà, si tratta di un luogo comune da sfatare: i neonati non hanno vizi ma bisogni”. Non solo. Le ricerche hanno dimostrato che, accogliendo l’esigenza di vicinanza e contatto dei primissimi anni di vita, aiutiamo i bambini a crescere più sereni e sicuri di sé.

La posizione classica per cullare e coccolare

La modalità più comune per tenere in braccio il bebè è quella con la sua testolina che poggia sull’incavo del braccio del genitore e il corpo sostenuto dall’avambraccio e dalla mano di mamma o papà. Ecco alcuni accorgimenti da adottare.

  • Nei primi mesi è necessario prestare particolare attenzione alla testa: quando si solleva il piccolo dalla culla, dal seggiolino auto o dal fasciatoio per prenderlo in braccio, una mano del genitore dovrà sempre sorreggere il capo del bebè. “Si tratta di un accorgimento indispensabile finché il bambino non riesce a sostenere da solo la testa, intorno al terzo mese”, spiega Anna Portanova. Ma come capire che questo traguardo è stato raggiunto? “Il genitore se ne rende conto perché il piccolo mantiene la testa dritta quando è in braccio in posizione verticale ed è in grado di sollevarla quando è sdraiato prono”, rassicura l’esperta.

  • Se il bambino è particolarmente agitato e anche in braccio fatica a tranquillizzarsi, può essere d’aiuto avvolgerlo in un lenzuolino - o in un telino - di cotone. “In questo modo si sente contenuto, come quando si trovava nel grembo materno. I confini offerti dal lenzuolino e il contatto con il genitore fanno sì che pian piano si rilassi e si addormenti”.

  • Questa è anche la posizione che viene usata più spesso per allattare. “Quando il bimbo poppa nella posizione classica, può essere utile ricorrere a uno o più cuscini per portarlo all’altezza giusta, cioè con il viso di fronte al seno. In pratica, si colloca il cuscino sulle gambe della mamma, si posiziona il bimbo sopra il cuscino e lo si sorregge con il braccio”, spiega l’esperta. Per garantire la comodità della mamma che allatta, si possono sistemare anche alcuni cuscini sotto le sue braccia e/o dietro la schiena.

Cuore a cuore con i genitori

Una posizione particolarmente amata dai piccolissimi e che, in genere, risulta comoda anche per mamma e papà è quella “cuore a cuore”, con il bimbo posato sul petto. Ecco come fare.

  • Il genitore è seduto o sdraiato e il neonato è sul suo torace, in posizione prona, con la testolina che poggia sul petto dell’adulto e le gambe rannicchiate. Se il genitore è seduto o si è sistemato sul divano con la schiena semi-reclinata, sorreggerà il corpo del piccolo tenendogli una mano sulla schiena.

  • Quali sono i benefici di questa posizione? “Il neonato ritrova il calore, i confini, il profumo della mamma e il battito del suo cuore, che lui conosce molto bene perché gli ha fatto compagnia nei lunghi mesi trascorsi nel pancione”, spiega Anna Portanova. “La posizione è quella della Kangaroo mother care, o marsupioterapia, che permette ai bimbi nati prematuri ricoverati in Terapia Intensiva e Patologia Neonatale di stare a contatto con la madre, pelle a pelle con lei. Quando il bambino viene dimesso e torna a casa con i genitori, si consiglia di portare avanti questa consuetudine ancora per diverse settimane, per dargli modo di recuperare il tempo che avrebbe dovuto trascorrere nell’utero materno, sperimentando un contatto prolungato e una vicinanza che gli danno sicurezza”. Ma i benefici della posizione pelle a pelle riguardano tutti i neonati, anche i piccoli nati a termine.

  • Questo contatto favorisce il buon avvio dell’allattamento. Ad esempio, se il bimbo è un po’ pigro, la vicinanza pelle a pelle e l’odore della mamma lo incentivano ad attaccarsi e a poppare, stimolando così la produzione di latte.

Prima della nanna, le coccole anti-coliche

Per alcuni neonati, la sera rappresenta un momento particolarmente critico. La stanchezza accumulata nel corso della giornata (dal piccolo e dalla mamma), sommata a un possibile fastidio al pancino, fa sì che il bebè pianga a lungo e fatichi a calmarsi. Come prendere in braccio un neonato in questo caso?

  • “Può essere d’aiuto tenerlo in posizione prona sull’avambraccio del genitore, massaggiandogli la schiena con l’altra mano”, spiega Anna Portanova. “Questa posizione, unita al movimento con il genitore che culla il bimbo o cammina lentamente tenendolo sul braccio, favorisce in genere il rilassamento”.

  • Ma come capire qual è la soluzione più confortevole per il piccolo? “È il bambino stesso a manifestarlo”, rassicura l’esperta. “Se in una posizione non si sente comodo, si agita e il pianto si intensifica”. A volte, può essere d’aiuto alternare soluzioni diverse, ad esempio cullando il piccolo in posizione “classica” e, poi, provando a sdraiarsi con lui sul petto.

Come prendere in braccio un neonato per aiutare la digestione

Quando il bambino ha bisogno di digerire dopo la poppata o dopo un pasto con il biberon, la posizione ideale è quella verticale.

  • “Il genitore tiene in braccio il piccolo, appoggiandolo al proprio corpo, con la testolina posata sulla spalla”, spiega l’esperta. “Con un braccio sorregge il corpo del bambino e, con l’altra mano, sostiene la testa”.

  • Questa posizione è particolarmente indicata dopo ogni pasto per i bambini che soffrono di frequenti rigurgiti o di reflusso gastroesofageo. Non è invece necessario che il bimbo faccia il ruttino se si è addormentato poppando al seno.

Con la fascia, abbracci no-stop

Il bambino piccolo ha bisogno di essere tenuto in braccio spesso per soddisfare la sua esigenza di vicinanza e rassicurazione.

  • Una soluzione particolarmente efficace per garantirgli il necessario contatto è offerta dalla consuetudine di portare i bimbi con un supporto in stoffa - fascia o mei-tai - o con un marsupio ergonomico. “Il bebè ‘portato addosso’ ritrova le sensazioni di benessere sperimentate prima della nascita, si sente rassicurato e si rilassa”, spiega Anna Portanova. “Il genitore ha la possibilità di occuparsi del suo piccolo e, allo stesso tempo, dedicarsi ad altre incombenze. La fascia è utile in casa e fuori, per fare una passeggiata col bimbo al riparo dai tubi di scappamento delle auto e giovarsi delle mani libere sui mezzi pubblici o nei negozi”.

  • Per approfondimenti su questa modalità di accudire i bambini, si possono visitare i siti portareipiccoli.com e scuoladelportare.it. Per chi fosse interessato, in molte città vengono organizzati corsi dedicati al portare e c’è la possibilità di contattare una consulente per ricevere informazioni e suggerimenti mirati.

Giorgia Cozza

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Quanto tempo tenere in braccio un neonato?

Da 0 a 12 mesi tieni in braccio il tuo piccolo senza limiti: non è certo un vizio ma un modo naturale di sentirsi "parte" della mamma, soprattutto nei primissimi mesi di vita.

Come tenere in braccio neonato coliche?

Prima della nanna, le coccole anti-coliche Come prendere in braccio un neonato in questo caso? “Può essere d'aiuto tenerlo in posizione prona sull'avambraccio del genitore, massaggiandogli la schiena con l'altra mano”, spiega Anna Portanova.

Come non far addormentare il neonato in braccio?

Un consiglio dato anche da molti esperti è quello di iniziare a modificare lentamente la routine dell'addormentamento, tenendogli una manina, accarezzandolo e parlandogli dolcemente. In questo modo non perderà il contatto fisico e con il passare del tempo sarà sempre più autonomo in tutte le fasi del sonno.

Come tenere il bambino dopo la poppata?

Come evitare il rigurgito.
Tenere il bambino in posizione verticale per circa 15 minuti almeno dopo la poppata..
Collocarlo in una posizione inclinata di circa 30°, in modo da contrastare la risalita del reflusso gastroesofageo. ... .
Cercare di farlo nutrire lentamente, magari con qualche piccola pausa..