Le malattie sessualmente trasmissibili si possono curare

Se pensi di avere ancora qualche dubbio sulle infezioni sessualmente trasmissibili troverai qui sotto 5 cose che è importante sapere e che risponderanno alle tue domande.  

Le infezioni sessualmente trasmissibili sono un vasto gruppo di malattie infettive che si trasmettono prevalentemente per via sessuale e che causano gravi conseguenze, anche a distanza di tempo, a milioni di persone ogni anno. 

Il Dott. Roberto Garbelli, Responsabile dell'U.O. di Ostetricia e Ginecologia dell'Istituto Clinico S. Anna, ci spiega le 5 cose che è importante sapere sulle infezioni sessualmente trasmissibili. 

1. Perché è più corretto definirle infezioni

“Le infezioni sessualmente trasmesse -  spiega lo specialista- sono conosciute anche come malattie sessualmente trasmesse, ma a è preferibile definirle infezioni sessualmente trasmesse.

Spesso, infatti la persona con un’infezione non mostra i segni di una malattia vera e propria, ma presenta solo sintomi lievi o assenti. Aspetto che consente a queste tipo di patologie, spesso asintomatiche, di diffondersi facilmente”.

2. Perchè sono rischiose 

Queste infezioni costituiscono un problema per la salute in tutto il mondo per diversi motivi: 

  1. l’elevato numero di persone che si contagiano;
  2. l’alta probabilità di trasmissione al partner;
  3. la presenza di sottogruppi di persone più predisposti a infettarsi;
  4. la proporzione rilevante di persone senza sintomi ma pur sempre infettanti;
  5. la possibilità di sviluppare gravi complicanze in caso di mancata o errata diagnosi e terapia. 

3. Le cause delle infezioni sessuali diffuse

“Le infezioni sessualmente trasmesse - prosegue il Dott. Garbelli - sono causate da microrganismi patogeni quali virus, batteri, protozoi e parassiti. 

Quelle dovute a batteri sono la clamidia, la gonorrea e la sifilide. 

Quella dovuta da un protozoo è la tricomoniasi. 

Quelle riconducibili a virus sono le condilomi genitali, l’herpes genitale, l’HIV e le epatiti”.

4. Come si trasmettono 

“Questo genere di infezioni - continua l’esperto - si trasmettono attraverso qualsiasi tipo di rapporto sessuale (vaginale, anale, orale), sia eterosessuale che omosessuale. 

Tramite lo sperma, la secrezione pre-spermatica, le secrezioni vaginali, la saliva o con il contatto diretto della pelle nella zona genitale, delle mucose genitali, anali e della bocca. 

Si possono trasmettere, inoltre, attraverso il sangue (venendo a contatto per esempio con ferite aperte e sanguinanti, scambio di siringhe, tatuaggi, piercing) ed infine con il passaggio dalla madre al feto durante la gravidanza, il parto o l’allattamento. 

Non ci si contagia, invece, attraverso i colpi di tosse o gli starnuti e neppure sui mezzi pubblici, in ufficio, a scuola o con i contatti sociali in generale”. 

5. I sintomi da non sottovalutare 

Subito dopo il contagio inizia il periodo di incubazione durante il quale, anche se non si hanno disturbi, si può trasmettere l’infezione. 

La durata dell’incubazione è diversa a seconda del tipo di infezione acquisita. Al termine di questo periodo si possono sviluppare sintomi o segni visibili sul corpo, ma in molti casi possono essere assenti sintomi della malattia. 

“Le diverse infezioni sessualmente trasmesse - conclude lo specialista - presentano sintomi e segni comuni. I più frequenti sono: 

  • perdite genitali; 
  • dolore nella parte bassa dell’addome;
  • presenza di prurito e/o di lesioni nella regione dei genitali, dell’ano o della bocca;
  • necessità di urinare frequentemente, alcune volte con dolore o bruciore”.

Le malattie sessualmente trasmissibili si possono curare
Le malattie a trasmissione sessuale (MTS), chiamate un tempo malattie veneree, rappresentano un insieme eterogeneo di malattie infettive (virali, batteriche, parassitarie) che hanno come comune denominatore la possibile, e talvolta esclusiva, trasmissione sessuale.

La loro frequenza è cresciuta notevolmente in questi ultimi anni e rappresentano un importante problema sanitario in relazione alla loro gravità, alla possibilità di forme croniche e conseguente importante danno per la salute del malato e per i notevoli costi sanitari sia per la diagnosi che la cura (epatiti virali croniche, infezioni da HIV e/o AIDS).

Inoltre possono provocare conseguenze sulla fecondità e sul prodotto del concepimento (nascituro) e alcune, quelle causate da Papillomavirus (HPV), hanno un ruolo fondamentale nell’insorgenza del cancro al collo dell’utero. La notevole frequenza di forme con scarsi sintomi rende più insidiose queste malattie, ritardandone spesso la diagnosi. Sono particolarmente frequenti nei giovani.

Il controllo delle MTS è una delle priorità dell’OMS e di altre organizzazioni sanitarie. La strategia adottata si basa soprattutto sulla prevenzione, con la promozione di comportamenti sessuali responsabili (informazione, attenzione nelle pratiche sessuali saltuarie e con partner occasionali, uso dei profilattici). Lo scopo quindi di questo documento è quello di aiutare a fare delle scelte sicure per la salute dando informazioni in merito alle principali MTS per quanto riguarda le modalità di trasmissione, i sintomi, i comportamenti preventivi da adottare per tutelarsi.

In ogni caso, nel sospetto di una MTS, va sempre consultato il proprio medico.

Infezione da HIV/AIDS

Cos’e l’HIV/AIDS?

L’infezione è causata dal virus dell’immunodeficienza umana (HIV). L’infezione iniziale, molto spesso asintomatica o non riconosciuta (perché simile ad altre banali infezioni virali come l’influenza), si trasforma sempre nella forma cronica che nel corso degli anni, se non trattata, compromette progressivamente le difese immunitarie. Quando tali difese non sono più in grado di proteggere l’organismo (in media 10 anni dal contagio) dall’attacco di altri virus, batteri, parassiti, o di eliminare eventuali cellule neoplastiche, la persona evolve verso la “sindrome di immunodeficienza acquisita” (AIDS conclamato). L’AIDS è quindi la comparsa di gravi malattie sia infettive che tumorali in un soggetto in cui le difese immunitarie sono state fortemente ridotte dall’HIV.

Come si trasmette

Il virus è presente nel sangue e in quasi tutte le secrezioni biologiche della persona che ha acquisito l’infezione e attraverso queste sostanze corporee può essere trasmesso. Quindi le principali possibilità di contagio sono: i rapporti sessuali (omo e eterosessuali) non protetti (vaginali, anali, orali), lo scambio di siringhe tra tossicodipendenti, la trasmissione materno-fetale principalmente durante il parto. Attualmente le trasfusioni, i trapianti di organo, le pratiche ospedaliere sono assolutamente sicure per i controlli effettuati. Il virus non si trasmette né con il bacio né con i comuni contatti sociali.

Incubazione

4-12 settimane per la forma acuta; alcuni anni, fino 12-15 per lo sviluppo dell’AIDS.

Sintomi e segni

Nella forma acuta: febbre, dolori muscolari, diarrea, cefalea, mal di gola, rash cutaneo, ingrossamento dei linfonodi, sudorazioni; nella forma cronica: febbricola persistente, perdita di peso, diarrea, astenia, candidosi orale o genitale; nella forma conclamata (AIDS) praticamente ogni organo può essere colpito da infezioni opportunistiche (infezioni dovute alla compromissione del sistema immunitario): si possono avere meningiti, encefaliti, retiniti, polmoniti, esofagiti, coliti, ecc. Inoltre possono comparire anche vari tipi di tumori.

Prevenzione

Rapporti sessuali protetti con l’uso del profilattico; evitare lo scambio di siringhe o di altri strumenti taglienti infetti; terapia della donna gravida dal 3° mese e al neonato nelle prime settimane di vita; allattamento artificiale; estrema cautela e adozione di precauzioni nella manipolazione di aghi o di altri strumenti potenzialmente infetti. In caso di contatto col virus, è possibile assumere un breve ciclo di terapia post-esposizione. Attualmente non esiste un vaccino contro il virus dell’HIV.

Diagnosi

Test sierologico in presenza di comportamenti a rischio o punture accidentali; valutazione medica in caso di comparsa dei sintomi descritti e non altrimenti spiegati; test a tutte le gravide.

Terapia

Attualmente sono a disposizione numerosi farmaci (più di 20) che in associazione (almeno 3) permettono una drastica riduzione della replicazione virale e di conseguenza un ottimo recupero del sistema di difesa. Ciò comporta una riduzione delle malattie associate all’AIDS, un cospicuo allungamento della vita ed un netto miglioramento della qualità della vita. La persona malata va seguita in centri specializzati.

Epatite B

Cos’e l’epatite B?

L’epatite B è un’infezione da un virus denominato Epatite B Virus (HBV); si può presentare nella forma acuta che molto spesso è asintomatica. La maggior parte delle volte viene diagnosticata già nella fase cronica o in base a sintomi specifici o occasionalmente.

Come si trasmette?

Il virus è presente nel sangue e in diversi liquidi biologici, quindi la trasmissione avviene per contagio da soggetti affetti da malattia acuta o cronica o da portatori sani, attraverso rapporti sessuali non protetti, scambio di siringhe tra tossicodipendenti, punture accidentali con strumenti infetti, accidentalmente attraverso l’uso in comune di rasoi o di spazzolini da denti, l’utilizzo di strumenti non sterili per piercing o tatuaggi, dalla madre al feto o neonato (in utero, al momento del parto, allattamento).

Incubazione

L’infezione può manifestarsi dopo 45-180 giorni.

Sintomi e segni

L’epatite acuta B è nella maggior parte dei casi asintomatica. In coloro in cui la malattia si manifesta, l’esordio è insidioso, con vaghi disturbi addominali, astenia, nausea, vomito, febbricola; spesso è presente ittero (colorazione gialla di cute e mucose), presenza di urine scure e feci chiare. L’epatite acuta guarisce quasi sempre. Altre volte evolve raramente nella forma fulminante (morte per insufficienza epatica) o nella forma cronica in circa 5-10% dei casi. Questa fase è spesso asintomatica e può rimanere stabile per molti anni. Nel 10% può progredire nell’arco di circa 10 anni in cirrosi epatica, che altera gravemente sia la struttura che la funzione del fegato e il più delle volte è letale. Una sua frequente e ancora più grave complicanza è il cancro al fegato (epatocarcinoma).

Prevenzione

E’ disponibile il vaccino per l’epatite B (obbligatorio in Italia per tutti i nuovi nati). E’ raccomandato l’uso del preservativo nei rapporti sessuali, la massima precauzione nella manipolazione di strumenti, aghi e altri oggetti potenzialmente infetti. La vaccinazione è fortemente raccomandata per i gruppi di popolazione a maggior rischio d’infezione (tossicodipendenti, conviventi di portatori cronici, personale sanitario, omossessuali, ecc.)

Diagnosi

Nel caso di comparsa di sintomi è necessario sottoporsi subito a controllo medico, esami del sangue, verificare la funzionalità epatica ed effettuare test sierologici specifici. Se si sono avuti comportamenti sessuali a rischio è importante sottoporsi al test per l’epatite B.

Terapia

La terapia della fase acuta è solitamente sintomatica (come per l’epatite A). Invece la terapia delle forme croniche si è evoluta negli ultimi anni con diversi farmaci che di solito riescono a bloccare la replicazione virale e quindi “congelano” la malattia impedendone l’evoluzione verso forme più gravi. Raramente però si ha l’eradicazione del virus. In caso di cirrosi o epatocarcinoma si utilizzano sempre gli stessi farmaci, ma in casi estremi occorre il trapianto di fegato.

Epatite A

Cos’è l’epatite A?

L’epatite A è un’infezione del fegato causata da un virus chiamato Epatite A (HAV); si presenta in forma acuta con sintomatologia evidente o, spesso nei giovani, è in forma asintomatica.

Come si trasmette

In genere il contagio avviene per via oro-fecale: il virus entra nell’organismo con gli alimenti contaminati e viene eliminato con le feci. L’infezione si contrae con il consumo di acqua non potabile o cibi crudi contaminati o non cotti a sufficienza, soprattutto molluschi allevati in acque contaminate. Può essere trasmessa anche per contatto diretto da persona a persona attraverso rapporti sessuali oro-anali; il virus è presente nelle feci 7-10 giorni prima dell’esordio dei sintomi e fino a una settimana dopo, mentre è presente nel sangue solo per pochi giorni.

Incubazione

Il periodo di incubazione è di 15-50 giorni.

Sintomi e segni

La malattia, che dura 2-3 settimane, si manifesta con la comparsa di colorazione gialla di cute e mucose (ittero), presenza di urine scure e feci chiare, debolezza, inappetenza, nausea, vomito e febbre. In presenza di tali sintomi è consigliabile sottoporsi a controllo medico. Questa epatite ha generalmente un decorso benigno; tuttavia si possono avere forme con decorso protratto ed anche, molto raramente, forme fulminanti rapidamente fatali.

Prevenzione

E’ disponibile la vaccinazione che fornisce una protezione già dopo 14-21 giorni dalla prima dose. La vaccinazione consiste in due dosi; se effettuate tutte e due le dosi, la protezione dura circa 25 anni. E’ raccomandata nei soggetti a rischio e cioè a persone affette da malattie epatiche croniche, omossessuali, viaggiatori in aree endemiche, lavoratori in ambiente a rischio (laboratori di ricerca, fognature, ecc.), tossicodipendenti e contatti di soggetti con epatite acuta A. Molto importanti sono le norme igieniche per la prevenzione delle infezioni oro-fecali (igiene personale e delle mani, lavaggio e cottura delle verdure, cottura di molluschi, etc.) ed il controllo della coltivazione e della commercializzazione dei frutti di mare.

Diagnosi

La diagnosi viene formulata in seguito ad anamnesi accurata riguardante il consumo di cibi, rapporti oro-genitali non protetti, e valutazione medica confermata da prelievo ematico per transaminasi e test sierologico specifico.

Terapia

Non esiste una terapia specifica, ma solamente il riposo ed eventualmente una terapia di supporto per alleviare i sintomi.

Epatite C

Cos’è l’epatite C?

L'epatite C è un infezione del fegato causata da un virus denominato Epatite C Virus (HCV); si può raramente presentare in forma acuta sintomatica, ma molto più spesso è inapparente e viene diagnosticata quando è già cronica.

Come si trasmette

Il virus dell’HCV è presente nel sangue, quindi la trasmissione è per via parenterale tra persone che fanno uso delle stesse siringhe, in ambito sanitario se le procedure non sono rispettate rigorosamente ecc. E’ meno frequente la trasmissione materno-fetale; la trasmissione sessuale è documentata, ma meno frequente della trasmissione parenterale, in quanto il virus è meno presente nelle secrezioni biologiche.

Incubazione

30-90 giorni

Sintomi e segni

L'infezione acuta da HCV è asintomatica in oltre 2/3 dei casi. I sintomi, se presenti, sono caratterizzati da dolori muscolari, nausea, vomito, febbre, dolori addominali, ittero, urine scure e feci chiare. L‘infezione acuta diventa cronica in circa l‘85% dei casi, che è una percentuale decisamente superiore rispetto all’epatite B. Il 20-30% di questi pazienti sviluppa nell’arco di 10-20 anni una cirrosi con evoluzione in epatocarcinoma in circa l’1-4% dei pazienti per anno.

Prevenzione

Attualmente non esiste un vaccino contro il virus dell’epatite C. Le uniche misure efficaci consistono nell’evitare lo scambio di siringhe o di altri strumenti potenzialmente infetti; raccomandato l’uso del profilattico nei rapporti sessuali a rischio.

Diagnosi

Sottoporsi a valutazione medica in caso di comparsa dei sintomi descritti e al prelievo per gli esami di funzionalità epatica e per il test sierologico specifico. È sempre importante sottoporsi al test per l’epatite C se si sono attuati comportamenti a rischio.

Terapia

La terapia da pochi anni è efficace e ben tollerata, di breve durata, circa 3 mesi e garantisce una elevata percentuale di guarigione tra il 90% e il 95%.

È assolutamente da sottolineare che con queste terapie il virus può essere definitivamente eliminato.

Sifilide

Cos’è la Sifilide?

La sifilide (o lue) è un’infezione diffusa in tutto il mondo causata da un batterio: il Treponema pallidum.

Come si trasmette

Si trasmette tramite rapporti sessuali, vaginali, anali o orali, non protetti. Si trasmette anche durante la gravidanza dalla madre al feto.

Incubazione

È compresa, tra i 3 e 90 giorni, in media 15-20 giorni.

Sintomi e segni

La malattia inizialmente si manifesta con una o più papule esulcerate, non dolorose dove è avvenuto il contagio (genitali, ano e bocca) a cui si accompagna un significativo ingrossamento linfonodale. In pochi giorni la lesione scompare. E’ la fase primaria della malattia.

Se non curata la sifilide evolve nella fase secondaria, caratterizzata dalla comparsa dopo qualche settimana di macchie rosse a palmo delle mani, piante dei piedi ed al tronco, che scompaiono da sole nel giro di qualche mese. In assenza di terapia l’infezione passa, anche dopo 10-20 anni, alla fase terziaria caratterizzata da gravi lesioni cutanee, cardiache e neurologiche (neurolue).

In caso di trasmissione materno-fetale ci possono essere gravi conseguenze per il bambino (aborto, danni a cute e agli organi interni).

Prevenzione

La principale misura preventiva è ovviamente costituita dall’uso corretto del preservativo. Nelle donne in gravidanza si effettua il test di screening.

Diagnosi

Viene formulata in seguito a visita medica, esami su sangue. In caso di comportamenti a rischio è sempre consigliato rivolgersi al medico per gli accertamenti.

Terapia

La sifilide è curata efficacemente con la penicillina, antibiotico che consente la guarigione completa.

Herpes genitale

Che cos’è l’Herpes genitale?

Malattia causata dal virus Herpes simplex.

Dopo il primo episodio la malattia può ripresentarsi più volte durante la vita, in coincidenza di stress psico-fisico, calo delle difese immunitarie, malattie intercorrenti, traumi, ecc.

Come si trasmette

La trasmissione avviene tramite rapporto sessuale o oro-genitale non protetto.

Incubazione

Dal contagio alla comparsa dei sintomi possono passare dai 2 ai 20 giorni.

Sintomi e segni

La malattia si manifesta con la comparsa di piccole vescicole o erosioni, a genitali o ano. La prima volta che la malattia si manifesta causa bruciore o dolore intenso, talvolta febbre, difficoltà ad urinare e ingrossamento dei linfonodi inguinali. Le volte successive, le recidive hanno sintomatologia meno intensa e si risolvono più rapidamente.

Prevenzione

L’uso del profilattico è sempre la misura più efficace.

Diagnosi

Si effettua tramite visita medica. In caso di dubbio diagnostico si possono eseguire test specifici.

Terapia

Si basa sull’impiego di antivirali (aciclovir e derivati) per via locale o orale.

Uretriti e Vaginiti

Cosa sono le Uretriti e Vaginiti?

Sono infiammazioni causate principalmente da batteri: Chlamydia, Mycoplasma, Gonococco (vedi oltre).

Come si trasmettono

La trasmissione avviene durante i rapporti sessuali vaginali, anali o orali non protetti.

Incubazione

L’incubazione può variare da un minimo di 2 fino a 15 giorni.

Sintomi e segni

La sintomatologia è caratterizzata da comparsa di bruciore, secrezioni, disturbi urinari, dolori. Talvolta invece il soggetto, pur infetto, non prova alcun disturbo.

Queste infezioni, non curate, possono causare importanti complicazioni quali sterilità (sia nell’uomo che nella donna), dolori articolari, infiammazione delle ovaie (malattia infiammatoria pelvica), ecc.

Quando colpiscono la donna in gravidanza possono inoltre causare problemi al bambino.

La chlamydia ed il gonococco possono inoltre causare faringite o proctite (infiammazione della mucosa ano-rettale), con comparsa di secrezione, prurito e dolore.

Prevenzione

Per evitare l’infezione si raccomanda l’uso del preservativo.

E’ importante che il trattamento venga esteso al partner.

Diagnosi

La diagnosi si basa su anamnesi, visita medica, tamponi microbiologici delle secrezioni o nella sede dell’infiammazione.

Terapia

Per la terapia si ricorre all’impiego di antibiotici (ceftriazone, azitromicina, doxiciclina, ofloxacina), sotto controllo medico.

Gonorrea

Che cos’è la gonorrea?

La gonorrea è una malattia a trasmissione sessuale diffusa in tutto il mondo causata da un batterio contenuto nelle secrezioni genitali: la Neisseria gonorrhoeae.

Come si trasmette

Si trasmette attraverso rapporti sessuali vaginali, anali e orali non protetti. Il nascituro si può infettare passando attraverso il canale del parto.

Incubazione

Da 2 a 7 giorni, a volte più a lungo.

Sintomi e segni

I sintomi e i segni più frequenti sono rappresentati da secrezioni purulente (giallastre) a livello dei genitali, da infiammazione dell’ano (proctite) o dalla gola (faringite), in relazione alle pratiche sessuali compiute.

I sintomi sono molto più evidenti nei maschi. Se non trattata in maniera adeguata, nella donna, può causare problemi di sterilità.

Prevenzione

La misura preventiva è costituita dall’uso del profilattico durante i rapporti sessuali.

Se si ritiene di essere infettati, consultare il medico, evitare contatti sessuali fino alla completa guarigione.

Diagnosi

La diagnosi abbastanza agevole, si effettua mediante valutazione medica dei sintomi, esame al microscopio e tampone microbiologico della secrezione nella sede dell’infezione.

Terapia

La terapia prevede l’uso di antibiotici (ceftriaxone). La guarigione è completa e rapida. E’ importante trattare anche il partner.

Scabbia  

Cos’è la Scabbia?

La scabbia è causata da un parassita (Sarcoptes) che scava delle gallerie nella cute e vi depone le uova.

Come si trasmette

La trasmissione avviene attraverso contatti intimi e prolungati, ad esempio sessuali, con una persona malata di scabbia, ma anche tramite scambio di indumenti, uso promiscuo di lenzuola e biancheria.

Sintomi e segni

E’ presente prurito intenso accentuato in particolare di notte (l’individuo si sveglia continuamente per grattarsi) con papule e lesioni lineari in particolare tra le dite delle mani, a polsi, gomiti, cavi ascellari.

Le lesioni possono essere comunque presenti su tutta la superficie cutanea. 

Prevenzione

Evitare il contatto intimo e prolungato con persone affette da scabbia. Evitare l’uso di indumenti infestati dall’acaro e di dormire in un letto o su lenzuola dove hanno dormito persone con questa malattia.

Vanno trattate tutte le persone che hanno avuto stretto contatto con il malato e vanno disinfestati i suoi indumenti e la sua biancheria.

Diagnosi

La diagnosi viene fatta con la visita ed eventualmente esaminando le lesioni con una lente particolare.

Terapia

La terapia consiste nell’applicazione di una crema a base di permetrina al 5% dal collo in giù, da ripetere dopo 15 giorni. Vanno cambiati i vestiti e la biancheria (lenzuola, federe, ecc.)

Pediculosi del Pube (“Piattole”)

Cos’è la Pediculosi del Pube?

Malattia causata da un parassita (pidocchio, Phthirus pubis) che si attacca alla base dei peli del pube (talvolta anche di addome, torace e barba nei soggetti con molti peli) su cui depone poi le proprie uova. Non colpisce il capo.

Altro è il pidocchio del capo, Pediculus humanus capitis, che si localizza al cuoio capelluto e quello del corpo, Pediculus humanus corporis, che si annida tra le pieghe degli indumenti.

Come si trasmette

La pediculosi del pube si trasmette tramite rapporti sessuali ed anche tramite scambio di indumenti, asciugamani.

Sintomi e segni

E’ presente prurito intenso a livello pubico. Ad occhio nudo (meglio ancora con una lente) si possono vedere i pidocchi e le loro uova (“lendini”) attaccati ai peli. Talvolta riscontro di macchie di sangue negli indumenti intimi.

Prevenzione

Evitare il contatto sessuale e lo scambio di indumenti. Trattare tutte le persone che hanno avuto rapporti sessuali con la persona colpita. Disinfestare i suoi indumenti e la sua biancheria.

Diagnosi

La diagnosi viene fatta clinicamente.

Terapia

Applicare sulla zona colpita una crema a base di permetrina all’1% per 10 minuti e ripetere il trattamento dopo 7 giorni.

Disinfestare la sua biancheria.

Infezioni da Papillomavirus (HPV)

Che cosa sono?

Sono le infezioni causate da un virus: l’Human Papilloma Virus (HPV). Esistono più di 100 sottotipi di HPV. Alcuni provocano malattie non gravi come i condilomi, altri sono responsabili di tumori maligni come il cancro del collo dell’utero, della vulva, della vagina nella femmina; del pene, dello scroto nel maschio; dell’ano in entrambi i sessi. Alcuni possono colpire anche il tratto testa-collo (mucosa orale, faringe, laringe).

Come si trasmettono

L’infezione da HPV è diffusa in tutto il mondo e si contrae già in giovane età attraverso i primi rapporti sessuali, anche oro-genitali. Meno spesso tramite oggetti come sex toys, asciugamani, ecc.

Circa l’80% delle persone attive sessualmente si contagia nell’arco della vita, sia maschi sia femmine.

Sintomi e segni

La maggior parte delle persone che si infetta guarisce spontaneamente, la grande maggioranza delle infezioni si risolve entro uno–due anni. Quando l’infezione persiste, a seconda del papillomavirus (HPV) con cui ci si è infettati, si possono sviluppare nell’area genitale neoformazioni benigne (i condilomi acuminati) o nell’arco di molti anni, neoformazioni maligne, quando ci si è infettati con papillomavirus (HPV) ad alto rischio oncogeno.

I condilomi acuminati possono comparire a livello genitale esterno ed interno (vagina, cervice uterina), anale ed orale. Talvolta è presente prurito.

Prevenzione

Durante i rapporti sessuali va usato il preservativo che però non garantisce la protezione completa: non copre infatti aree quali scroto, pube, ano, ecc. Va usato anche nei rapporti oro-genitali.

La vaccinazione è il mezzo più sicuro per proteggere sia maschi sia femmine. Un’elevata copertura vaccinale in entrambi porterà all’interruzione del meccanismo di trasmissione del virus. Vaccinarsi in un’età in cui i rapporti sessuali non sono ancora iniziati dà la massima protezione.

La vaccinazione è efficace, ma il vaccino non combatte tutti i tipi di papillomavirus che possono causare il cancro a livello genitale e quindi le donne devono continuare ad effettuare regolarmente Pap-test.

L’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige offre dal 2017 gratuitamente il vaccino contro l’HPV ai maschi e alle femmine tra gli 11 e i 18 anni.

Diagnosi

Nel caso dei condilomi la diagnosi è clinica. Talvolta occorre la biopsia con esame istologico.

Nella donna le alterazioni delle cellule a livello del collo dell’utero vengono evidenziate tramite Pap-test.

Terapia

I condilomi possono essere asportati tramite laser, elettrocoagulazione, crioterapia o con l’applicazione di imiquimod o podofilina ecc.

In caso di tumore del collo dell’utero, se in forma iniziale, si procede con la conizzazione (resenzione della cervice); se in stadio avanzato si procede con intervento chirurgico più allargato con radio e/o chemioterapia.


Malattie sessualmente trasmesse

Quali sono le malattie sessualmente trasmissibili non curabili?

Alcune malattie sessualmente trasmesse possono causare problemi di sterilità ma la maggior parte sono curabili o comunque trattabili tra cui sifilide, gonorrea, HPV, clamidia e la tricomoniasi mentre l'herpes, l'epatite B e l'HIV/AIDS sono trattabili ma non curabili.

Come si possono curare le malattie sessualmente trasmissibili?

Cura e trattamento Una breve cura antibiotica consente di debellare la maggior parte delle malattie veneree provocate da batteri e parassiti. L'importante, in questi casi, è attenersi scrupolosamente a quanto prescritto dal medico in tema di dosaggi, modalità e durata d'assunzione.

Qual è la malattia sessualmente trasmissibile più pericolosa?

Sifilide acquisita La malattia si sviluppa attraverso tre stadi: le prime settimane sono quelle più pericolose per l'alto rischio di infezione. Se non trattata - di solito la terapia è fatta con antibiotici, l'infezione può coinvolgere la pelle, le ossa, il cuore, fino a raggiungere il sistema nervoso.

Quanto durano le malattie sessualmente trasmissibili?

Da 2 a 7 giorni, a volte più a lungo. I sintomi e i segni più frequenti sono rappresentati da secrezioni purulente (giallastre) a livello dei genitali, da infiammazione dell'ano (proctite) o dalla gola (faringite), in relazione alle pratiche sessuali compiute. I sintomi sono molto più evidenti nei maschi.