Cosa si vede con una risonanza magnetica

Cosa si vede con una risonanza magnetica

La risonanza magnetica cervicale è un esame molto richiesto nel campo dell’imaging biomedico in quanto utilizza in maniera efficiente le onde radio ed un potente magnete per produrre delle immagini dettagliate del corpo. La risonanza magnetica cervicale viene utilizzata per studiare i dischi, le sette vertebre e il midollo della colonna vertebrale.

Come funziona la risonanza magnetica cervicale

Un magnete di grandi dimensioni produce un campo magnetico di notevole potenza (anche circa 15.000 volte maggiore di quello terrestre) che manipola gli atomi di idrogeno del corpo. In particolare i protoni degli atomi di idrogeno acquisiscono energia e si allineano, proprio come la limatura di ferro con una calamita, emettendo un segnale tramite deboli impulsi, il quale viene percepito dallo strumento che lo rende digitale e lo elabora al computer.

Non in pochi confondono il funzionamento della risonanza magnetica con quello della TAC. Quest’ultima sfrutta i raggi X, i quali si attenuano in maniera diversa a seconda del tessuto colpito, fornendo alla fine un’immagine in un apposito rilevatore chiamato detettore. La risonanza magnetica invece, sfrutta gli atomi di idrogeno che compongono l’acqua e quindi sono presenti in tutto il corpo.

Il macchinario che viene utilizzato per la risonanza magnetica ha dimensioni notevoli, si parla di un cilindro lungo 150 cm e largo 70 cm. All’interno di esso si trova un lettino scorrevole sulla quale viene posizionato il paziente.

Come si esegue

Nel caso della risonanza magnetica cervicale, si utilizza un apposito scanner concavo ubicato nel lettino. Al paziente viene chiesto di rimanere immobile per 30 minuti all’interno del cilindro in modo da ottenere le immagini che in una fase successiva saranno l’oggetto della diagnosi. Oggi, la risonanza magnetica può essere eseguito tramite una tecnologia chiusa o aperta.

Invero, i pazienti più anziani, coloro che soffrono di claustrofobia e le persone in sovrappeso sono impossibilitati ad entrare all’interno dell’apposito cilindro magnetico, dunque, il medico radiologo può decidere di effettuare un esame aperto.  Al paziente vengono forniti dei dispositivi di protezione individuale atti a sincerare la completa protezione dall’esposizione dalle radiazioni, come un camice piombato.

Cosa si vede nella risonanza magnetica

In linea generale, la risonanza magnetica è un esame molto efficace e versatile in tanti ambiti della medicina proprio perché permette di vedere in maniera chiara i tessuti molli e i tessuti duri che compongono il nostro corpo. In particolare invece, la risonanza magnetica cervicale fornisce immagini dettagliate delle vertebre del tratto cervicale, del midollo e dei dischi della colonna vertebrale.

Viene chiesto al paziente di assumere e mantenere più posizioni per poi ottenere solitamente due immagini. Nel caso si sospetta o si è a conoscenza di una patologia specifica, lo specialista può decidere di far eseguire un trattamento più lungo in modo da ottenere un numero di immagini più elevato.

Le patologie che possono essere diagnosticate tramite la risonanza magnetica cervicale sono numerose:

  • Ernie del disco: il prolasso discale consiste nella rottura di un disco vertebrale che aprendosi causa la fuoriuscita del materiale del nucleo polposo del disco comprimendo i nervi circostanti della colonna vertebrale. Poiché la risonanza magnetica cervicale viene utilizzata per lo studio dei dischi intervertebrali, costituisce uno degli esami più adatti per l’individuazione di patologie erniarie;
  • Il midollo spinale è tra i soggetti più comuni studiati tramite la risonanza magnetica cervicale. Grazie a questa tipologia di esame vengono individuate le lesioni del midollo che a loro volta possono derivare da patologie come la sclerosi multipla. Essa, è una patologia autoimmune demielinizzante, poiché attacca la guaina mielinica dei neuroni ostacolando la comunicazione tra gli stessi. Ovviamente le lesioni del midollo spinale non sono un’esclusiva della sclerosi in quanto possono essere dovute anche a fratture della colonna vertebrale, a traumi da impatto o schiacciamento e persino a pressioni causate da ematomi (accumuli di sangue) e ossa fratturate;
  • La tecnica diagnostica di risonanza magnetica cervicale viene prescritta anche per la stadiazione e la valutazione della risposta al trattamento di alcuni tipi di tumore. Questa tecnica è utilissima nell’individuazione dei tumori delle strutture molli dell’organismo e spesso fornisce delle immagini di qualità superiore rispetto alla TAC.

A questo punto appare chiaro di come questo tipo di esame sia estremamente versatile e utile in tanti ambiti della medicina. La risonanza magnetica cervicale costituisce ancora oggi una delle tecniche più all’avanguardia quando si parla di esami diagnostici. Alla fine della risonanza magnetica cervicale il medico radiologo consegnerà il referto radiologico, ossia una relazione per iscritto, nel quale esprime la sua scelta dell’indagine diagnostica più appropriata.

La risonanza magnetica cervicale è pericolosa o dolorosa?

Tutti i tipi di risonanza magnetica sono assolutamente indolore e non costituiscono alcuna fonte di pericolo per il paziente. Uno dei vantaggi di questo esame è che il paziente non viene esposto a radiazioni ionizzanti come per esempio i raggi X. Quest’ultime sono dei tipi di radiazioni in grado di modificare il DNA delle cellule e quindi di provocare mutazioni e tumori.

Proprio per questo si può definire la risonanza magnetica cervicale un esame sicuro e senza molte controindicazioni. Inoltre, per i pazienti più claustrofobici, occorre precisare che la testa non viene ingabbiata durante la risonanza magnetica cervicale poiché viene applicato uno strumento atto a non coprire il viso. Tuttavia, non tutti possono essere sottoposti alla seguente tecnica diagnostica in quanto esistono delle particolari controindicazioni dovute al campo magnetico dello strumento.

La presenza all’interno del corpo di schegge e frammenti metallici può costituire un problema durante la risonanza magnetica, dunque, sta al team medico valutare e ben ponderare se è necessario effettuare ugualmente questa tecnica. Anche tutti coloro che sono portatori di dispositivi metallici per uso medico devono essere sottoposti ad un esame precedente in modo da stabilire la compatibilità di queste protesi con la risonanza magnetica. Inoltre, non molti sono a conoscenza che il piombo contenuto nella vecchia tipologia di tatuaggi rappresenta una controindicazione durante l’esecuzione dell’esame.

La presenza di pacemaker cardiaci o di protesi del cristallino deve essere attentamente valutata dal medico radiologo prima dell’esecuzione del seguente esame. In genere, quest’ultimo non è indicato per tutti i possessori di pacemaker, mentre per coloro i quali sono dotati di una protesi del cristallino è richiesta una apposita documentazione circa la compatibilità. Una conseguenza della risonanza magnetica è l’aumento della temperatura corporea del paziente. Per questo, chi viene sottoposto a tale esame non deve presentare sintomi di febbre. Alla luce delle conoscenze odierne si può affermare con sicurezza che la risonanza magnetica cervicale non provoca danni a lungo o a breve termine.

Quali malattie si vedono con la risonanza magnetica?

La Rm è inoltre adatta per una diagnosi precoce di tumori o metastasi cerebrali e nella maggior parte dei casi viene eseguita per confermarne o escluderne la presenza in caso di sintomi sospetti. Inoltre, è usata di routine per la diagnosi di ernie del disco della colonna vertebrale”.

Cosa è migliore la TAC o la risonanza magnetica?

Grazie alla creazione di immagini dettagliate e tridimensionali, sia la TAC che la risonanza magnetica permettono di studiare in modo approfondito lo stato di salute degli organi interni del corpo umano; tuttavia, la TAC è più precisa nell'individuare tumori, metastasi, patologie vascolari, infiammazioni ed esiti di ...

Come si vede un tumore nella risonanza magnetica?

In altre parole, con la risonanza magnetica il tumore non è più visto solo come una massa “estranea” in un territorio anatomico, ma anche come un'area di segnale alterato nel contesto di un organo o di un tessuto, senza che vi siano necessariamente variazioni dei volumi o dei profili dello stesso.

Qual è la differenza tra la TAC e la risonanza magnetica?

La TAC utilizza radiazioni ionizzanti, fattore favorente lo sviluppo di tumori. Per questo motivo viene eseguita solamente quando strettamente necessario. È invece possibile sottoporsi più volte, anche ad intervalli ravvicinati, alla risonanza magnetica in quanto non utilizza radiazioni ma campi magnetici.