Dolore alle ovaie quando faccio la cacca

Dallo scorso gennaio l’endometriosi è stata inserita nei LEA, i livelli essenziali di assistenza. L’inserimento nei LEA conferisce all’endometriosi maggiore visibilità, fa sì che questa patologia sia curata in modo più serio e concreto, anche grazie a protocolli standardizzati, e i costi sono a carico del Sistema Sanitario Nazionale, per cui la paziente sostiene solo il costo del ticket.

Di questa patologia, che interessa il 10-20% donne in età fertile, ha parlato la dottoressa Elena Zannoni, ginecologa e Referente Servizio Chirurgia Conservativa ed Endoscopica in età riproduttiva in Humanitas, ospite in studio a Tempo e denaro su Rai Uno.

Che cos’è l’endometriosi?

“Si parla di endometriosi in presenza di tessuto endometriale, quello che normalmente riveste la cavità uterina, in sedi anomale, quindi fuori dall’utero. La sede più frequente è l’ovaio, ma l’endometriosi può localizzarsi anche nel peritoneo pelvico, nell’intestino, nel setto retto-vaginale, nella vescica e addirittura in sedi extra-pelviche”, spiega la dottoressa Zannoni.

Quali sono le cause dell’endometriosi?

“La causa più accreditata è quella della mestruazione retrograda, ovvero una condizione in cui il sangue mestruale defluisce attraverso le tube e va a colonizzare il peritoneo e le zone circostanti l’utero e l’ovaio. La mestruazione retrograda però non basta a spiegare tutti i casi di endometriosi, entrano in gioco anche fattori immunitari, infiammatori e di predisposizione genetica. Esistono anche casi di endometriosi che nasce ex novo da una sorta di metaplasia, ovvero di cambiamento, del tessuto endometriale, che vira in senso endometriosico”, precisa la dottoressa.

Con quali sintomi si manifesta?

“La sintomatologia è legata al processo di azione dell’endometriosi, i focolai infatti si comportano come il sangue mestruale e dunque mestruano. Il sintomo caratteristico dell’endometriosi, laddove presente perché la malattia può anche essere asintomatica, è il dolore: alla mestruazione, nel periodo peri-mestruale, alla defecazione e ai rapporti sessuali. Si tratta di un dolore cronico che per alcune donne diventa un fattore invalidante. All’endometriosi si possono associare anche sterilità e irregolarità del ciclo mestruale, perché il processo infiammatorio che si instaura potrebbe influire sul buon funzionamento dell’ovulazione”, spiega la dottoressa Zannoni.

Come si cura l’endometriosi?

“La diagnosi viene effettuata mediante anamnesi accurata, visita ginecologica approfondita ed ecografia transvaginale.

La terapia può essere talvolta osservazionale e dunque non è necessario intervenire, soprattutto se la donna non è particolarmente sintomatica o sta cercando una gravidanza. Esistono poi terapie mediche volte ad alleviare il dolore, come la pillola anticoncezionale, e preparati a base di progestinico.

Quando strettamente necessario si ricorre alla chirurgia, come per esempio in presenza di sintomatologia invalidante o di cisti particolarmente grosse che creano un ingombro a livello pelvico”, conclude la dottoressa Zannoni.

Specialista in Ginecologia e Ostetricia

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    • Introduzione
    • Cause
    • Dolori al basso ventre e gravidanza
    • Dolore al basso ventre ed altri sintomi
    • Diagnosi
    • Rimedi
    • Bibliografia

    Introduzione

    Il dolore al basso ventre (o dolore pelvico) è un disturbo generico, più comune nelle donne.

    Spesso confuso con i crampi addominali diffusi, si tratta in realtà di un dolore localizzato esclusivamente nella parte inferiore della pancia, al di sotto dell’ombelico fino ai genitali.

    Il basso ventre è occupato da numerose strutture anatomiche che possono essere tutte possibili fonti di dolore al basso ventre, come:

    • ultimo tratto dell’intestino
    • ultimo tratto della colonna vertebrale
    • organi dell’apparato urinario (vescica, reni, ureteri)
    • organi genitali
    • muscoli
    • vasi sanguigni.

    Il dolore al basso ventre può avere diversa intensità (più o meno forte), comparire all’improvviso, presentarsi ciclicamente o perdurare da tempo (quando presente da più di 6 mesi lo si classifica come dolore cronico). Può essere provocato da cause di natura molto diversa tra di loro, da meno gravi a più gravi, ma non sempre l’intensità del dolore si correla alla gravità della causa che lo ha provocato.

    Dolore alle ovaie quando faccio la cacca

    iStock.com/Jomkwan

    Il dolore al basso ventre può esser dovuto a molte cause, generalmente di natura gastrointestinale, ginecologica od urinaria, ma non solo. Le cause si distinguono per differente gravità e frequenza.

    In linee generali, tra le cause patologiche di dolore al basso ventre ricordiamo:

    • Apparato gastrointestinale
      • stitichezza persistente
      • diarrea
      • sindrome del colon irritabile
      • diverticolite
      • morbo di Crohn
      • retto colite ulcerosa
      • occlusione intestinale o sub occlusione
      • appendicite
      • meteorismo
      • enteriti
      • perforazione intestinale
    • Apparato riproduttore
      • sindrome premestruale
      • dismenorrea (ciclo mestruale doloroso)
      • endometriosi
      • adenomiosi
      • infezioni ginecologiche (comprese le malattie a trasmissione sessuale)
      • fibromi uterini
      • cisti ovarica
      • torsione ovarica
      • malattia infiammatoria pelvica
      • gravidanza ectopica
      • aborto spontaneo
      • prolasso dell’utero
      • vulvodinia
    • Apparato urinario
      • cistiti
      • pielonefriti
      • glomerulonefriti
      • altre infezioni delle vie urinarie
      • calcoli renali
    • Altro
      • tumori
      • traumi
      • ernia inguinale
      • peritonite (raro)
      • aderenze addominali post-chirurgiche
      • stiramenti/strappi muscolari
      • aneurisma addominale
      • ansia

    Alcune volte, invece, la causa del dolore pelvico non è patologica (ossia non è associata ad una malattia) ma legata ad un normale evento fisiologico, come:

    • ovulazione (mittelschmerz)
    • flusso mestruale
    • gravidanza
    • menopausa

    Dolori al basso ventre e gravidanza

    I dolori al basso ventre sono un disturbo comune e fisiologico nel primo trimestre di gravidanza, ma in caso di dubbi è comunque sempre bene rivolgersi al ginecologo (o in Pronto Soccorso in caso di sintomatologia grave).

    Ma perché si avverte dolore in questa fase così delicata ed entusiasmante della vita di una donna?

    Il motivo è semplice, all’inizio della gravidanza avviene l’impianto dell’embrione, aumenta il flusso di sangue al basso ventre e l’utero è coinvolto da diversi cambiamenti, indispensabili per accogliere al meglio il nascituro: tutto ciò causa comparsa di dolore, che spesso la donna, ignara di essere in dolce attesa, può confondere con i disturbi legati alla sindrome premestruale o i dolori da ciclo mestruale.

    Durante il resto della gravidanza, i dolori al basso ventre possono ricomparire, a causa di un cambiamento dell’assetto ormonale (estrogeni e progesterone) o per la fisiologica dilatazione dell’utero che va a comprimere e dislocare diversi organi quali anse intestinali, vescica, stomaco, cuore, colonna vertebrale ed è responsabile anche di altri disturbi tipici di molte donne gravide, come ad esempio:

    • rallentamento della digestione,
    • stitichezza,
    • respiro corto,
    • stanchezza,
    • aumento dei battiti cardiaci (tachicardia),
    • gonfiore addominale,
    • mal di schiena,
    • bisogno impellente di urinare.

    Tra le cause meno comuni, ma specifiche di dolori al basso ventre in gravidanza, ricordiamo infine

    • irritazione del legamento rotondo dell’utero, un cordone fatto di tessuto fibro-muscolare che serve a mantenere l’utero nella sua posizione naturale e che si può stendere ed andare in tensione mano a mano che il feto cresce all’interno del ventre materno,
    • contrazioni Braxton-Hicks, ossia le contrazioni preparatorie al parto, che possono manifestarsi già nel secondo trimestre di gravidanza, da non confondersi con le contrazioni vere e proprie del travaglio. Definite anche false contrazioni, non presentano regolarità e non sono frequenti, possono allentarsi cambiando posizione, e sono dovute ad un movimento del feto o manifestarsi dopo uno sforzo fisico o se si è bevuto poco.

    Non sempre i dolori al basso ventre sono un evento fisiologico in gravidanza e ci sono alcuni aspetti che la donna non dovrebbe mai sottovalutare se avverte tale disturbo, ad esempio:

    • persistenza del fastidio
    • mancata risoluzione nell’arco di poco tempo e/o eventuale peggioramento
    • perdita di sangue dalla vagina.

    In questi casi è bene recarsi immediatamente dal ginecologo per un controllo, per chiarire se si tratti di sintomi privi di significato clinico o, al contrario, il segnale di

    • minaccia d’aborto o aborto spontaneo (più frequente nelle prime settimane di gravidanza),
    • sviluppo di pre-eclampsia (più comune nei mesi terminali della gestazione).

    Dolore al basso ventre ed altri sintomi

    Il dolore al basso ventre è un disturbo che si manifesta nella parte più bassa della pancia, al di sotto dell’ombelico fino ai genitali esterni. Può essere di differente intensità, ad esempio:

    • sordo (debole)
    • crampiforme o simil-colico (è moderato/forte, va e viene ad ondate)
    • lancinante (molto forte ed improvviso)

    inoltre può essere

    • localizzato in un punto (parte centrale, a sinistra o a destra oppure diffuso in tutto il basso ventre)
    • continuo, episodico, acuto o manifestarsi ciclicamente (ad esempio questo vale per il dolore al basso ventre correlato con i dolori da ciclo mestruale, che si presentano ogni mese)
    • legato a particolari condizioni quali: posture sbagliate, sforzi fisici, alimentazione errata, inizio di una gravidanza, cattive abitudini di vita, abuso di farmaci, ecc.

    Il dolore al basso ventre può essere accompagnato da altri sintomi, a seconda della causa scatenante, come ad esempio:

    • dolore/bruciore alla minzione
    • avere il bisogno di urinare più spesso
    • pancia gonfia
    • crampi addominali
    • febbre
    • diarrea
    • stitichezza
    • vomito
    • nausea
    • eruttazioni
    • flatulenza
    • sudorazione intensa
    • mal di schiena
    • dolore diffuso alle gambe
    • perdite di sangue rosso vivo o marrone scuro (nelle urine, feci, vaginale o nello sperma)
    • perdite di muco (nelle urine, feci o vaginale)
    • dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia)
    • mal di testa
    • irritabilità
    • malessere generalizzato
    • perdita di peso non giustificato negli ultimi 6 mesi
    • inappetenza.

    Questi altri sintomi non andrebbero mai sottovalutati, specie se il dolore al basso ventre

    • tende a perdurare per più giorni
    • o non ha una causa apparente (ad esempio il ciclo mestruale)
    • o diventa più forte

    È sempre raccomandato rivolgersi al medico per una visita di controllo infatti, pur trattandosi solitamente di un problema lieve e passeggero, talvolta il dolore al basso ventre può essere la spia di una malattia più grave che richiede cure specifiche, talvolta perfino un intervento chirurgico.

    Diagnosi

    Il primo passo per scoprire la causa del dolore al basso ventre è raccogliere la storia clinica del paziente, senza tralasciare nessun particolare. Al paziente va chiesto:

    • quali siano le caratteristiche del dolore (quanto è forte, come e quando si è manifestato, se presenta altri sintomi correlati)
    • cosa mangi abitualmente
    • se abbia una minzione ed un’evacuazione regolare
    • se assuma farmaci
    • se soffra di patologie note
    • se abbia subito un trauma o si è sottoposto ad un intervento chirurgico di recente
    • se abbia perso peso negli ultimi 6 mesi, senza un motivo apparente

    La visita medica consente di individuare alcune caratteristiche del dolore, come sede ed intensità.

    Innanzitutto il medico palpa tutto il basso ventre del paziente per individuare dove viene evocato il dolore se:

    • localizzato (al centro, a sinistra, a destra)
    • o se in maniera diffusa su tutta la parte bassa della pancia
    • e se questo dolore si diffonda in altre parti del corpo (come, ad esempio, schiena, inguine o gambe).

    Questo permette di escludere alcuni organi come possibili fonti di dolore: ad esempio un dolore a destra è tipico di appendicite o di un disturbo dell’ovaio, a sinistra indica un’affezione del colon o dell’ovaio, al centro un problema vescicale od uterino.

    La palpazione consente anche di valutare obiettivamente l’intensità del dolore

    • lieve,
    • moderata
    • o intensa.

    La visita consente infine di evidenziare un’eventuale ernia ombelicale o inguinale, segni di cicatrici chirurgiche, meteorismo o stati di sub-occlusione/occlusione intestinale.

    A completamento della diagnosi, il medico può prescrivere, a seconda del sospetto diagnostico, uno o più dei seguenti esami di laboratorio o radiologici:

    • esami del sangue
    • esami delle urine
    • esami delle feci
    • ecografia dell’addome inferiore e pelvi
    • TAC
    • RMN
    • esami endoscopici come cistoscopia, colonscopia, … (con eventuale biopsia)

    oppure un consulto medico specialistico con un

    • ginecologo
    • gastroenterologo
    • chirurgo
    • urologo

    Rimedi

    La corretta cura di un dolore al basso ventre richiede innanzitutto la corretta diagnosi: solo una volta che sia stata scoperta la causa del dolore il medico può fornire i suggerimenti per alleviare il disturbo.

    Una causa comune di dolore al basso ventre nella donna è la dismenorrea, ossia il dolore legato al ciclo mestruale; in questi casi, può essere molto utile l’uso di:

    • antidolorifici da banco (come FANS, cioè antiinfiammatori non steroidei , facendo attenzione a non abusarne per evitare l’insorgenza di effetti collaterali od intolleranze)
    • pillola anticoncezionale
    • tisane naturali a base di camomilla, malva, melissa
    • borsa d’acqua calda
    • integratori di magnesio (da assumere ciclicamente, circa una settimana prima del ciclo mestruale).

    Altra causa comune di dolore al basso ventre sono i disturbi intestinali, come stitichezza, meteorismo, diarrea, sindrome del colon irritabile oppure una malattia infiammatoria cronica (morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa), per cui in questi casi può essere raccomandato di:

    • correggere l’alimentazione
    • e far uso di
      • fermenti lattici e probiotici, antidiarroici da banco, antibiotici intestinali, farmaci antispastici (se diarrea)
      • lassativi (se stitichezza)
      • carbone vegetale (se pancia gonfia)
      • ansiolitici, in caso il medico osservi una tendenza da parte del paziente a somatizzare un disturbo d’ansia o un periodo di stress.

    Nel caso di infezioni urinarie o ginecologiche possono essere utili a seconda dei casi:

    • antibiotici
    • antimicotici
    • ovuli vaginali
    • supplementi a base di D-mannosio o mirtillo rosso

    Raramente è richiesto l’intervento chirurgico, che può essere utile limitatamente ai casi di dolore al basso ventre dovuti ad esempio ad un’appendicite, un’ernia inguinale, una patologia ginecologica (cisti ovarica voluminosa, fibroma uterino,…) o, più raramente, ad alcune forme di tumore od un’emergenza medica come una peritonite od un aneurisma dell’aorta addominale.

    Bibliografia

    • Harrison, Principi di Medicina Interna
    • Zanoio, Ginecologia e Ostetricia

    A cura della Dr.ssa Tiziana Bruno, medico chirurgo

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    Dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia)..
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