Cosa fanno i gruppi di preghiera di padre pio

I Dal suo grande cuore 

1. Primi passi 

Un desiderio di Papa Pacelli diventa iniziativa di Padre Pio. Si direbbe che Padre Pio non aspettava altro. Il suo grande cuore di mistico e di innamorato delle anime bramava rispondere alla fama di pace del mondo col pane della preghiera di molti.«Il Papa Pio XII, sin dai primi anni del suo pontificato, facendo appello alla fratellanza in Cristo e al vicendevole dovere di assistenza spirituale, andò sollecitando i credenti affinché si ritrovassero a pregare insieme…“Abbiamo bisogno di forti e serrate falangi di uomini e di giovani, che, tenendosi strettamente uniti a Cristo, almeno ogni mese ricevano il pane di vita e inducano altri a seguire il loro esempio” (17/2/42)…“Ciò di cui la Chiesa ha urgente bisogno, sono fedeli e gruppi di fedeli, di ogni condizione, che, liberi dalla schiavitù del rispetto umano, conformino tutta la loro vita e la loro attività ai comandamenti di Dio e alla legge di Cristo” (8/3/52). Padre Pio – il frate che conosceva il valore e la necessaria continuità della preghiera – colse questi ripetuti appelli del Papa e promosse gli auspicati “Gruppi di Preghiera”. Sull’invito di Padre Pio, già nel 1947 s’andavano formando spontaneamente, qua e là per l’Italia, dei gruppi, nel desiderio di pregare e di pregare insieme.Erano, se non di nome, certamente di fatto, i “Gruppi di Preghiera”».(F. Da Riese, Pio X: “Padre Pio da Pietrelcina – Crocifisso senza croce – Ed. 1991, pagg. 348-349)

Nel primissimo numero “fuori serie” della “Casa Sollievo della Sofferenza”, del settembre1949, si trova un documento importante, forse il primo ufficiale, dell’esistenza di questi gruppi:“Una iniziativa – già in atto in diverse città d’ltalia – è particolarmente cara al nostro cuore.Si sono costituiti gruppi di fratelli spirituali; una volta o due al mese si riuniscono, assistono alla S. Messa, si accostano ai SS. Sacramenti o recitano in comune il S. Rosario. Pregano, insomma secondo particolari intenzioni. E quali siano queste intenzioni e facile comprendere.Di questa preghiera noi siamo infinitamente grati E saremo ben lieti se questi Gruppi si moltiplicassero, possibilmente sotto la guida di un sacerdote”.

Il moltiplicarsi dei Gruppi esige parallelamente la necessità di organizzarsi. Ne risulterà una piramide avente come base i cinque continenti, come centro San Giovanni Rotondo, come vertice la Santa Sede.  

2. II chicco diventa albero 

Nel 1950, sulla rivista “La Casa Sollievo della Sofferenza”, appare il primo elenco del Gruppi di Preghiera costituiti.

Mentre Padre Pio suggeriva gli articoli, li leggeva e correggeva, sotto la sua guida la Redazione scriveva:«È giunto il momento di fare un altro passo in avanti nella vita della nostra famiglia, che si raccoglie spiritualmente intorno al piccolo convento del Gargano. Finora, noi che siamo i membri fortunati, abbiamo avuto occasione di conoscere negli incontri quassù e attraverso le relazioni epistolari; ma i più siamo ancora ignoti gli uni agli altri, separati da distanze piccole e grandi. Eppure apparteniamo ad un’unica famiglia che segue un ideale comune, con gli stessi pensieri e le stesse emozioni. E da vicino e da lontano, di là dalle montagne e dagli oceani gli animi di tutti convergono in questo bianco conventino vegliato dai cipressi, sopra il monte… sassoso. È ora dunque di riunire le file collegandoci in unità di intenti e di azione. Ma in qual modo si può attuare questa unione?Innanzitutto, creando in tutte le città ed in tutti i paesi quei gruppi di preghiera “Casa Sollievo della Sofferenza” che già da tempo funzionano in alcuni luoghi e che consistono – per chi non lo sa – in riunioni mensili, con l’assistenza d’un sacerdote, per pregare o assistere a funzioni religiose, secondo particolari intenzioni. e attuare la carità operante nell’amore. Di poi, collegando questi gruppi col Centro tramite uno dei suoi promotori.In questo modo porremo le fondamenta indispensabili per un’azione concordata ed avremo una rete comunicativa nella quale potremo agevolmente muoverci. All’opera dunque, amici ed amiche! Scriveteci tenendoci al corrente dei vostri passi, chiedendo delucidazioni, annunciandoci le nuove costituzioni». («La Casa Sollievo della Sofferenza» n. 8, agosto 1950) 

Ecco esplicitati gli aspetti organizzattivi in rapporto al Centro di San Giovanni Rotondo: l’informazione, la costituzione, il collegamento.

Padre Pio ha fissato «non regole, non schemi, non orazioni nuove; riunirsi:                       

– almeno una volta al mese                       

– in una chiesa,                       

– con il consenso del vescovo                       

– e l’assistenza di un sacerdote».(A. D Ripabottoni: «Il cireneo di tutti» ed. 1984, pag. 190)

E queste rimarranno le linee definitive della fisionomia del Gruppo. Esplicita è la volontà di Padre Pio, che i suoi Gruppi abbiano come luogo di riunione la chiesa e mai case private. Egli li ha voluti non gruppi domestici, facilmente vaganti e incontrollati, ma cellule vive e fermento della comunità. Altre esigenze fondamentali: l’armonia e la cooperazione.

Nel 1951 scrive la Redazione:«Come i “carri armati” procedono in guerra in assoluta armonia e cooperazione, senza le quali non solo mancherebbe la loro efficacia ed il loro successo, ma potrebbero essere addirittura battuti o sconfitti, così chiediamo ai nostri “carri armati” (i Gruppi di Preghiera)… armati di carità e di amore, di procedere ora e sempre nella piu perfetta armonia!…Perché è assolutamente indispensable che un sacerdote diriga e presieda i Gruppi di Preghiera?Perché vogliamo che essi seguano rigorosamente e fedelmente i principi, le leggi e le regole della Santa Chiesa Cattolica alla quale dobbiamo la più devota riverenza e la più stretta obbedienza.Intendiamo con ciò evitare assolutamente tutte le possibili deviazioni di iniziative personali che, se pure dettate da zelo e buona fede, potrebbero in qualche modo falsare gli scopi dei Gruppi di Preghiera». (“La Casa Sollievo della Sofferenza” n. 2, anno 1951)

Nella Rivista n. 3 dell’anno 1952, a firma del dott. Sanguinetti è pubblicato il seguente articolo: “I Gruppi di Preghiera si riuniscono in centinaia di città e paesi d’Italia ed anche all’estero; in moltissime località sono stati i vescovi stessi che hanno dato l’incarico di dirigenti a sacerdoti…”.E se l’autorità religiosa rifiutasse il Gruppo?

Obbedienza è la parola d’ordine ripetuta sempre e con forza da Padre Pio!

“Se l’autorità ecclesiastica locale non approvasse i Gruppi, vi è una sola soluzione possibile: obbedire immediatamente e cessare qualsiasi attività, astenendosi assolutamente di fare qualsiasi commento e la benché minima recriminazione». (ib.)                             

Nel primo Convegno Nazionale del Gruppi di Preghiera di Padre Pio a Catania, il 12 settembre 1959, il Card. Lercaro affermò: «Il titolo che vi accomuna intorno all’altare del Signore è quello dei vostri Gruppi di Preghiera. E parmi un titolo particolarmente bello che ha la sua legittimazione ed un incoraggiamento fortissimo e consolantissimo in una parola di nostro Signore. Ha detto Gesù nel santo vangelo: «Dove saranno due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro e qualunque cosa domanderanno al Padre sarà loro data (Mt 18,20)». (A. Da Ripabottoni: o.c., pagg.190-191)

Mons, Salvatore Baldassarri, Arcivescovo di Ravenna, al Convegno di Bologna del 25 aprile 1960 disse: «Se tutto sarà Chiesa, se tutto sarà carità, se tutto – prima – sarà preghiera, il vostro Movimento sarà, lasciate che ve lo dica, una delle pagine più belle, forse la più bella, dopo quella primavera del Duecento, nella storia di san Francesco e della sua opera». (ib., pag. 193)Nel cuore di Padre Pio i Gruppi di Preghiera – per la necessità e il primario valore della preghiera – rappresentano la milizia d’avanguardia della Chiesa, il primato del verticale sull’orizzonte.Nel decennale della Casa Sollievo, 5 maggio 1966, Padre Pio richiamò l’attenzione sui Gruppi di Preghiera «ormai diffusi nel mondo» e li indicò come: «le posizioni avanzate di questa cittadella della carità, vivai di fede, focolai di amore, nei quali Cristo stesso è presente ogni qualvolta si riuniscono per la preghiera e l’agape eucaristica, sotto la guida dei loro pastori e direttori Spirituali. (“La Casa Sollievo della Sofferenza” n. 17 anno 1966)

Lo stesso giorno, don Giancarlo Setti trasmise il programma di tali gruppi, dopo averlo sentito esporre da Padre Pio:«Il programma, per tutti, è un programma di preghiera, è un programma di carità, è un programma di obbedienza alla Gerarchia, è un programma di costanza». (ib) 

Padre Alberto d’Apolito chiese a Padre Pio lo scopo per cui volle i Gruppi di Preghiera. Padre Pio rispose: «… ho invitato le anime a pregare insieme, come vuole Gesù». (A. D’Apolito: “Padre Pio da Pietrelcina” ed. 1983, pag. 207)

«Padre Pio volle istituire i Gruppi di Preghiera nella Chiesa e per la Chiesa, perché fossero fermenti di vita nella Chiesa, alla quale appartengono». (ib. pag. 208)La sua raccomandazione:«Che siano uniti, che non si stanchino di fare il bene e che siano obbedienti e rispettosi in tutto alla Gerarchia, costanti e perseveranti…». (F. Da Riese Pio X: o.c., pag. 353) Questi sono i fili d’acciaio lungo i quali l’energia spirituale dei Gruppi di Preghiera ha sviluppato e continuerà a sviluppare la sua forza.

II Nel cuore della Chiesa

1. Riconoscimento ufficiale della Santa Sede 

«Fin dal primo sorgere i Gruppi di Preghiera si sono inseriti nella Chiesa, come naturale Madre. Chiedendo ai sacerdoti di celebrare per loro la Messa nelle periodiche riunioni, e cercando le chiese che li accogliessero. Padre Pio chiedeva espressamente che tutto si facesse con l’accordo dei sacerdoti, e, naturalmente, dei rispettivi vescovi.Non dappertutto i loro intenti venivano compresi. A volte gli ostacoli erano insormontabili. Ma sempre più andò aumentanto la benevolenza nei loro riguardi. Sempre più vescovi, alti prelati, cardinali, presero a tutelarli e a incoraggiarli. E più volte anche la parola autorevole dei Papi li sorresse». (Statuto, ed. Casa Sollievo della Sofferenza 1986, pag. 21) 

La Chiesa con tenerezza e gioia va facendo propria la creatura nata dal cuore di Padre Pio. Ormai è un fatto acclarato l’immenso beneficio e i tanti frutti spirituali di questo “fiume” di anime, che, alla scuola di Padre Pio, pregando insieme, rinvigoriscono tante comunità, ecclesiali e col loro esempio richiamano ovunque altri fedeli alla frequenza dei sacramenti. Già nel 4° Convegno internazionale – 22 settembre 1968 – risultano 726 Gruppi di Preghiera, organizzati ed operanti in una ventina di nazioni, con 68.000 aderenti iscritti. Padre Carmelo da S. Giovanni in Galdo li salutò, per l’occasione: «I centomila, un esercito di pace, al servizio della Chiesa, del Papa, per la diffusione del bene e della verità».(“La Casa Sollievo della Sofferenza” n. 19 anno 1968)

Alla vigilia della morte, Padre Pio potette godere una grande gioia: «…i Gruppi si riunivano per la prima volta in un clima di ufficialità….poche settimane prima – 31 luglio 1968 – la Santa Sede aveva dato ai Gruppi un Direttore Generale, padre Carmelo da S. Giovanni in Galdo».  (F. Da Riese Pio X: o.c., pag. 355)

Questo gesto di Paolo VI fu un formale riconoscimento dei Gruppi. Lo stesso Paolo VI poi, il 24 settembre 1975, anno Santo, in Piazza San Pietro, si rivolse così ai Gruppi di Preghiera:«Le statistiche parlano di qui presenti ventimila, ventimila! Partecipanti al Convegno Intemazionale dei Gruppi di Preghiera, della Casa Sollievo, dell’Opera di Padre Pio da Pietrelcina. Il quale, fra le tante cose buone e grandi che ha compiuto, ha, diciamo, generato questa schiera, questo fiume di persone che pregano e che, nel suo esempio e nella speranza del suo aiuto spirituale, si dedicano alla vita cristiana e danno testimonianza di comunione nella preghiera, nella carità, nella povertà di spirito e nella energia della professione cristiana. Benediciamo tutti i buoni Gruppi di Preghiera presenti, materialmente o spiritualmente…». (“La Casa Sollievo della Sofferenza” n. 23-24/1-31 dicembre 1975 pagg.  34-35)

A queste parole di Papa Montini fanno eco quelle di Papa Wojtyla: «Padre Pio è venuto a mancare alla vita di questa terra nel settembre del 1968, quindici anni fa; ma la fecondità misteriosa della sua lunga vita di sacerdote e di religioso figlio di san Francesco d’Assisi continua ancora ad agire, potremmo dire, con visibile crescendo, in particolare in due Opere che sono tipicamente “sue”, perché nate dal suo grande cuore, aperto all’amore di Dio e dei fratelli: i “Gruppi di Preghiera” e la “Casa Sollievo della Sofferenza”, universalmente nota per le sue benemerenze anche in campo umanitario e sociale».(“La Casa Sollievo della Sofferenza” Numero speciale: I Gruppi di Preghiera dal Papa,  n. 20/16-31 ottobre 1983)

Cosa fanno i gruppi di preghiera di padre pio

Benedetto XVI, il 14 ottobre 2006, in occasione del 50° della Casa Sollievo della Sofferenza, rivolgendosi ai Gruppi di Preghiera così ha detto: ” La vostra preghiera, come recita lo Statuto, è “con la Chiesa, per la Chiesa e nella Chiesa” (Proemio), da vivere sempre in adesione piena al Magistero, nell’obbedienza pronta al Papa e ai Vescovi, sotto la guida del presbitero nominato dal Vescovo… Gruppi di Preghiera di Padre Pio, cioè di quella parte della sua opera che “bussa” continuamente al cuore di Dio, come un esercito di intercessori e di riparatori, per ottenere le grazie necessarie alla Chiesa e al mondo. Cari amici dei Gruppi di Preghiera, la vostra origine risale all’inverno del 1942, mentre la seconda guerra mondiale sconvolgeva l’Italia, l’Europa e il mondo. Il 17 febbraio di quell’anno il mio venerato Predecessore, Papa Pio XII, lanciò un appello al popolo cristiano perchè molti si riunissero a pregare insieme per la pace. Padre Pio incitò i suoi figli spirituali a rispondere prontamente alla chiamata del Vicario di Cristo. Così nacquero i Gruppi di Preghiera…. l’Opera di Padre Pio come un grande “cantiere” animato dalla preghiera e destinato alla carità operosa. I Gruppi di Preghiera si sono diffusi nelle parrocchie, nei conventi, negli ospedali, ed oggi sono più di tremila sparsi in tutti i continenti. Voi, qui, oggi, ne siete una folta rappresentanza! Sempre lo Statuto prescrive anche un impegno essenziale dei Gruppi di Preghiera, e cioè la “carità fattiva e operosa a sollievo dei sofferenti e dei bisognosi come attuazione pratica della carità verso Dio”… Desidero lasciarvi il mio “grazie” sincero per il sostegno che mi date con la vostra preghiera. Il Signore vi ricompensi!”.       

2. Lo Statuto 

Dopo la carta d’identità, arriva il passaporto! Giunge il sospirato sigillo di Roma, quale garanzia di fedeltà, di fecondità, di benedizione.Il 3 maggio 1986 la Santa Sede approva lo Statuto dei Gruppi di Preghiera. Nella premessa recita testualmente:«I Gruppi hanno ora un codice a cui attenersi per la loro vita e per la loro funzionalità. È un atto importantissimo, perché inserisce di pieno diritto i Gruppi nella Chiesa. Ufficialmente. Con tutti i crismi. Dopo che per lunghi decenni hanno provato la loro fedeltà alla Chiesa, ai suoi insegnamenti, così come voleva Padre Pio che li ha fondati…». (Statuto – o.c, pag. 7)

Ben a ragione, il 4 maggio 1986, a San Giovanni Rotondo, monsignor Riccardo Ruotolo, Presidente dell’Opera di Padre Pio e Direttore Generate dei Gruppi di Preghiera, durante il Convegno Internazionale, in occasione del Trentennale della Casa Sollievo, può dire: «A noi dei Gruppi di Preghiera il Santo Padre, per mezzo del suo Segretario di Stato, cardinal Agostino Casaroli, ha inviato l’approvazione del nuovo Statuto dei Gruppi di Preghiera, che avrà valore da quest’oggi….Siamo grati al Santo Padre e a S. Ecc.za Casaroli per la prima specifica approvazione dello Statuto, che ci presenta a tutta la Chiesa nel mondo e ai nostri vescovi, come membri dei Gruppi di Preghiera in piena adesione ai principi della spiritualità di Padre Pio, con l’adesione piena e incondizionata alla dottrina della Chiesa cattolica, nella piena obbedienza al Papa e ai vescovi, sempre uniti nella preghiera con la Chiesa e nella Chiesa, con la partecipazione attiva alla vita liturgica e sacramentale vissuta nell’intima comunione con Dio, con la riparazione attuata mediante la partecipazione alle sofferenze di Cristo, con la carità fattiva ed operosa a sollievo dei sofferenti.Diciamo il nostro grazie al Santo Padre per l’approvazione specifica dello Statuto e proponiamo fedeltà completa nell’attuazione delle norme statutarie all’interno dei nostri Gruppi».(“La Casa Sollievo della Sofferenza” n. 11-12, 1-30 giugno 1986)

Al grazie del Delegato pontificio si unisce – come lo scroscio di una immensa cascata – il grazie dei mille e mille Gruppi di Preghiera gridato in tutte le lingue del mondo. Ovviamente lo Statuto riserva ampio spazio all’organizzazione dei Gruppi di Preghiera. Qui ne facciamo solo qualche cenno indispensabile.

Nei capitoli II e III dichiara: «L’organizzazione dei Gruppi di Preghiera è molto semplice. Basta un gruppo di fedeli che intenda riunirsi per pregare in comune, e un sacerdote che li guidi con l’approvazione del proprio Vescovo, per costituire un Gruppo di Preghiera, che si riunisca periodicamente, per lo più una volta al mese in un giorno sempre fisso, in una chiesa, per ascoltare la Messa, pregare, meditare, ascoltare la parola di Dio. Non ci sono regole speciali per queste riunioni. Ogni Gruppo può svolgere il proprio programma autonomo, sotto la direzione di un direttore spirituale, e la guida laica di un capo gruppo. L’attività di ogni Gruppo dipende dalla diligenza e dal fervore apostolico dei propri dirigenti, e può estrinsecarsi anche in iniziative che investono, oltre che il Gruppo stesso, anche la più larga comunità parrocchiale, diocesana, e oltre. I Gruppi, come organizzazione, sono nati nella “Casa Sollievo della Sofferenza”. Fin dall’inizio di questa, dai suoi primi passi, quando era ancora in costruzione: edificio ingabbiato nelle impalcature e del tutto grezzo… Perfino la denominazione era nata nella Casa. Comparve la prima volta sul bollettino della Casa Sollievo nel giugno del 1950, scritta da Guglielmo Sanguinetti, che tutte le sere riceveva da Padre Pio nella sua cella istruzioni per l’Opera che nasceva, e forza e luce per il suo spirito. I Gruppi sono dappertutto: nelle parrocchie, nei conventi, nei monasteri, negli ospedali. Sotto la guida di Direttori spirituali d’ogni Ordine e ambito. Accomunati dall’amore a Padre Pio».(Statuto – o.c., capp. ll-lll, pagg. 16-18).

Si vede chiaramente quanta attenzione nel definire la natura e l’azione di queste cellule viventi della Chiesa.

Cosa fanno i gruppi di preghiera di padre pio
Il 23 maggio 1987 Papa Giovanni Paolo II si reca a S. Giovanni Rotondo e il 30 maggio dell’anno successivo, a Roma, nell’udienza dice: «…un particolare saluto ed una esortazione ai Gruppi di Preghiera, da… (Padre Pio) voluti e incoraggiati, che già durante la sua vita si moltiplicarono, e che si diffusero poi in tutto il mondo dopo la sua morte.

L’entrata in vigore del nuovo Statuto permette ora ai Gruppi di avere una direttiva sicura, che guida gli aderenti nella loro spiritualità e nella partecipazione alla vita parrocchiale e diocesana. Strettamente uniti al Magistero della Chiesa ed alle indicazioni del proprio Vescovo, i Gruppi di Preghiera possono ora realizzare meglio la loro formazione personale nella vita liturgica e pastorale e nell’esercizio della carità verso il prossimo. I vostri incontri di preghiera, cari fratelli e sorelle, siano sempre occasione di approfondita catechesi e stimolo alla serena e coraggiosa coerenza cristiana». (“La Casa Sollievo della Sofferenza” n. 11-12/1-30 giugno 1988).

Parte integrante dell’organizzazione dei Gruppi è la loro formazione, di conseguenza si richiede – e il Papa lo dice espressamente – una catechesi costante e completa delle verità della fede e dei doveri del cristiano. Del resto ricordiamo che Padre Pio, nel suo ministero sacerdotale, non si è limitato ad assolvere le anime dai peccati, ma ha mirato con una guida attenta, saggia e severa a costruire le più solide basi della verità nelle coscienze. Nessuna organizzazione potrebbe rendere valoroso un esercito cui mancasse l’ideale o la disciplina

III Organismi Direttivi            

1. Il Centro Internazionale

L’Associazione Internazionale dei Gruppi di Preghiera ha il suo centro spirituale e la sua Sede nella Fondazione “Casa Sollievo della Sofferenza” – Opera di Padre Pio da Pietrelcina – in San Giovanni Rotondo (FG).Essa è sottoposta alla vigilanza della Santa Sede (cfr Statuto – art. l) e presieduta dal Direttore generale, nominato dal cardinale Segretario di Stato (cfr ib. art. 4). Attualmente è Mons. Michele Castoro, Arcivescovo della diocesi di Manfredonia-Vieste-S. Giovanni Rotondo. La Direzione Generale è formata dal Direttore e da uno o due Vice Direttori con il Segretario (cfr ib. art. 5).Il Superiore pro-tempore del Convento dei Frati Cappuccini di San Giovanni Rotondo è di diritto uno dei Vice della stessa Direzione (cfr ib. art. 5).Attualmente il Segretario Generale è P. Marciano Morra, Cappuccino della monastica Provincia Religiosa “S. Angelo e Padre Pio”.

Il foglio di origine di ogni Gruppo ne contiene i dati essenziali: la località, la provincia, la diocesi, il nome della chiesa o della cappella in cui il Gruppo stesso si riunisce, il nome del Direttore Spirituale, del Capo Gruppo e di eventuali collaboratori; deve essere firmato dal Direttore Spirituale, che se ne assume la responsabità e deve avere l’approvazione dei vescovi. Il Centro Internazionale si tiene in contatto con i Gruppi, fornendo loro le notizie e il materiale occorrente; soprattutto li informa delle iniziative a carattere nazionale e internazionale. Sempre a San Giovanni Rotondo si riunisce ogni anno il Consiglio Generale dei Gruppi per fare il punto delle attività svolte e programmare nuove iniziative. Ne fanno parte Direttori Spirituali e laici particolarmente impegnati nell’apostolato dei Gruppi di Preghiera.            

2. I Centri di Coordinamento 

I Centri di Coordinamento fanno da tramite fra il Centro Internazionale di San Giovanni Rotondo e i Gruppi della propria zona.Dal 1987, per molti anni, il Consiglio Generale ha affidato le varie zone dell’Italia Settentrionale – Centrale e Meridionale a rispettivi Coordinatori.

La sede dell’Italia Centrale era Pescara e coordinava: Abruzzo, Lazio, Marche, Molise, Toscana, Umbria e Sardegna. Il Centro segue ed anima i Gruppi per aiutarli a vivere nello spirito del Fondatore secondo le direttive del Centro Internazionale. Attualmente i coordinatori sono regionali o diocesani.                       

3. I Coordinatori diocesani 

A norma del nuovo Statuto: «Quando in diocesi sono presenti più Gruppi di Preghiera, il Vescovo può nominare un sacerdote per il coordinamento delle attività dei vari Gruppi, per l’inserimento degli stessi nella pastorale diocesana e per i fini di apostolato indicati dal Vescovo.Il Coordinatore diocesano, nominato dal Vescovo, può farsi coadiuvare da un Consiglio diocesano costituito da cinque o sette consiglieri. Questi sono nominati dal Vescovo su designazione del Coordinatore diocesano e scelti tra i Direttori spirituali e Capi dei Gruppi di Preghiera presenti in diocesi.Il sacerdote Coordinatore diocesano dei Gruppi di Preghiera terrà i contatti con il Centro Internazionale e riceverà la stampa predisposta dal Centro per tutti i Gruppi di Preghiera di Padre Pio» (Statuto, o.c., art. 13 – pag. 49).

Accanto ai Coordinatori diocesani va messo in evidenza il ruolo del Coordinatore nazionale e regionale, come previsto dallo stesso articolo, dove è detto: «Per il coordinamento nazionale e regionale, il Centro Internazionale potrà designare un sacerdote Coordinatore che sarà presentato alla Conferenza Episcopale Nazionale o Regionale per la necessaria approvazione» ib

Cosa fanno i gruppi di preghiera di padre pio

4. Il Direttivo del Gruppo 

Lo Statuto recita: «Il Capo Gruppo, il Direttore Spirituale, il Vice Capo Gruppo e il Segretario, costituiscono il Direttivo di ciascun Gruppo» (Statuto. o.c., art. 8-pag. 46). «Il Capo Gruppo nominerà un Segretario che resterà in carica cinque anni e potrà essere riconfermato. È compito del Segretario tenere un registro dei membri del Gruppo, redigere i verbali delle decisioni adottate dal Direttivo e coadiuvare il Capo Gruppo in tutti gli atti richiesti per il buon funzionamento del Gruppo stesso”.(ib. art. 11, pag. 48) «Ciascun Gruppo potrà adottare un regolamento interno nel quale saranno specificate le modalità utili per la vita del Gruppo, in conformità con… lo Statuto. Tale regolamento dovrà essere approvato dall’Assemblea plenaria dei membri del Gruppo e ne sarà inviata una copia al Direttore Generale». (ib. art. 20, pag. 52)

Non è superfluo richiamare qui l’importanza e l’obbligo della corrispondenza col Centro Internazionale. 

IV Mezzi Operativi 

Sotto il profilo organizzativo del Gruppi di Preghiera, restano da sottolineare ancora due leve preziose: i Convegni e la Stampa.            

1. I Convegni 

«Saranno tenuti, senza obbligo di periodicità fissa, convegni locali, regionali, nazionali ed internazionali dei Gruppi di Preghiera, ottenuto il previo consenso del Direttore Generale e preavvisato l’Ordinario diocesano nel cui territorio si terrà il Convegno. Il Direttore Generale darà le opportune istruzioni se si tratta di città importanti o di Convegni regionali, nazionali e intemazionali».(Statuto, o.c., art. 18-pag. 51)

Luogo e data dei Convegni nella diocesi vengono concordati per tempo tra il Coordinatore diocesano e il Vescovo Ordinario, che normalmente presiede la Concelebrazione. I Convegni zonali danno opportunità ai Gruppi limitrofi di ritrovarsi insieme in uno stesso giorno e in uno stesso luogo, per un incontro di formazione e di preghiera col consenso del vescovo e assistiti dai propri Direttori spirituali.

Al Convegno annuale dell’Italia Settentrionale, Centrale e Meridionale prende sempre parte il Direttore Generale dei Gruppi di Preghiera. La sua presenza è un vero dono per i Gruppi. Il Convegno dell’Italia Centrale si svolge ormai da molti anni nella Basilica della Santa Casa, a Loreto (AN). Di solito il numero dei fedeli è intorno ai diecimila, un centinaio i Direttori spirituali, il Presidente della Concelebrazione è un Cardinale.

I programmi di questi Convegni vengono consegnati possibilmente a mano, dagli animatori del Centro di Coordinamento, per avvicinare personalmente i Direttori Spirituali, i responsabili e gli aderenti ai Gruppi e anche per dare loro modo di comunicare iniziative, far presenti difficoltàed offrire aggiornamenti sulle attività dei Gruppi stessi.Il Convegno viene curato nei dettagli: ci sono degli animatori incaricati del servizio liturgico e del servizio d’ordine, nello spirito di Padre Pio, che scrisse: «Riferiamo tutto a Dio ed in lui muoviamoci e viviamo» (Padre Pio, Ep. III ed.1987, pag. 252).

Il Convegno dell’Italia del Sud viene celebrato nel Santuario della Madonna di Pompei e di anno in anno diventa sempre più qualificata occasione per approfondire il cammino spirituale alla luce degli insegnamenti di Padre Pio. Il Convegno dell’Italia Settentrionaie alterna conferenze e momenti di preghiera; si fa il punto delle attività svolte e si presenta il programma delle attivitià future, sempre ben nutrito ed interessante. Dal 1990 al 2004, il Consiglio Generale dà incarico di organizzare ogni anno a San Giovanni Rotondo il Convegno Nazionale dei Giovani: giornata di preghiera e di agape fraterna. È un crescendo di giovani, che partecipano a questa iniziativa, con stupenda fede e grande entusiasmo. Da queste file vediamo ormai sbocciare anche molte vocazioni alla vita consacrata. Il corrispondente della “Voce di Padre Pio” ha scritto: «Zaini sulle spalle, mano nella mano, tanta voglia di vivere e una prorompente gioia nel cuore! Così i giovani si sono incontrati e ogni diversità ha ceduto il posto ad una fusione, che è andata sempre più amalgamandosi nel corso del giorno».(E. Preziuso, in “Voce dl Padre Pio” n. 6, giugno 1993)            

2. La Stampa 

«La Rivista “La Casa Sollievo della Sofferenza” con l’eventuale supplemento per i Gruppi di Preghiera, è l’organo ufficiale e unico dei Gruppi di Preghiera».(Statuto, o.c., art. l9 – pag. 52)

Riporta: cronaca, attività, iniziative e programmi dell’Opera e dei Gruppi, insieme a testimonianze e corrispondenza dei Gruppi e dei singoli col Centro Internazionale. I “numeri speciali” focalizzano l’attenzione sugli eventi più importanti della vita dei Gruppi.

Tra le varie pubblicazioni segnaliamo:– “In ascolto del Padre”, “Padre Pio e la sofferenza”, “Occasioni nella luce” di Mons. G. Setti;– libretti di meditazioni mensili, collana “Luce sulla vetta del 2000” in corso di pubblicazione;“Nel mistero di Dio e della Chiesa”, “La vita di grazia”, “Le Beatitudini”, “Il Credo”.– rosario meditato su vari temi: l’Eucaristia, la Vergine Maria, la Chiesa, la penitenza, il ministero sacerdotale, eec.,– sussidi per l’adorazione eucaristica (es. “Io sono il Pane della Vita”).

Altrettanto interessante la pubblicazione di libri ed opuscoli finalizzati alla conoscenza e all’approfondimento – urgente catechesi per giovani e adulti – della Parola di Dio, degli scritti dei Padri della Chiesa e del Magistero ecclesiastico.

Il Centro Internazionale cura inoltre studi monografici, ricerche di carattere scientifico, “Atti del Convegno Nazionale”, “Quaderni” di spiritualità e quant’altro lo scorrere del tempo può offrire per conoscere e far conoscere la vita, l’opera e la spiritualità di Padre Pio.Ai sussidi di stampa si aggiungono le videocassette, molto diffuse e richieste. Sono sempre fonti di informazione e di formazione per trasmettere linfa vitale ai Gruppi di Preghiera oggi e in avvenire.      

V Conclusione 

Padre Pio disse:

«… quando i miei figli si riuniranno insieme nella preghiera, sarà Gesù in mezzo a loro; ci sarà anche la Madre di Gesù; sarà presente anch’io in spirito ed unito in preghiera». (1)

Questa è la festa che i Gruppi di Preghiera fanno ogni mese, recitando il rosario, meditano i divini misteri, celebrando l’Eucaristia.

Non ci servono tessere, né quote,… Solo il cuore e l’anima, per pregare con umiltà, con fede, con amore. Eleviamo con i Gruppi di Preghiera un pensiero di ringraziamento a Padre Pio e alla Chiesa.

Ci uniamo alla voce del Vicario di Cristo: «Voglio ringraziare con voi il Signore per averci donato il caro Padre, per averlo donato in questo secolo così tormentato, a questa nostra generazione.Nel suo amore a Dio e ai fratelli, egli è un segno di grande speranza…».(2) 

Auguriamo ai Gruppi di Preghiera di crescere e moltiplicarsi nel cuore della Chiesa, con la fecondità e la forza del seme evangelico. 

Padre Guglielmo Alimonti OFM cap        

(1) A. D’Apolito, o.c. – ed. 1983, pag. 206

(2) “La Casa Sollievo della Sofferenza” – Numero speciale per la venuta del Papa e San Giovanni Rotonto, n. 13-14/1-31 luglio 1987

Cosa diceva Padre Pio sulla preghiera?

Padre Pio, che si definiva solo “un povero frate che prega”, scrisse che la preghiera è “il più alto apostolato che un'anima possa esercitare nella Chiesa di Dio”. Siate sempre apostoli gioiosi della preghiera!».

Come si crea un gruppo di preghiera?

Per formare un gruppo di preghiera è necessario: Individuare un sacerdote che sia Assistente Spirituale del gruppo. Contattare il Vescovo della diocesi di appartenenza per ottenere l'approvazione della nomina dell'Assistente Spirituale e della costituzione del nuovo Gruppo.

Chi ha santificato Padre Pio?

Il 16 giugno del 2002, nel corso di una Santa Messa presieduta da Papa Giovanni Paolo II in piazza San Pietro davanti a un'immensa folla di fedeli, Padre Pio da Pietrelcina (già proclamato beato il 2 maggio del 1999) è ufficialmente dichiarato santo della Chiesa cattolica.

Che frate era Padre Pio?

Il frate cappuccino San Pio da Pietrelcina, al secolo Francesco Forgione, nato nel 1887 e morto San Giovanni Rotondo il 23 settembre del 1968, 53 fa, è una delle figure religiose in assoluto più popolari in Italia.