Quando si inizia a parlare di diabete

Valori glicemia, cosa sono e come influiscono sul diabete? I cosidetti “valori diabete” vanno condiderati attentamente. Vediamo cosa indicano i “Valori Diabete”.

Ecco una guida seplice per capire i valori glicemia.

Quanto deve essere la glicemia? Quali sono i parametri cui fare riferimento?

I valori di riferimento per la glicemia (misurata a digiuno) sono compresi tra 60 e 99 mg/dl.

Qualora l’esame glicemico a digiuno dovesse mostrare livelli superiori ai parametri di riferimento, ma non ancora indicativi della presenza di diabete (≥ 126 mg/dl), sarà possibile parlare di glicemia alterata a digiuno.

In tal caso, e a maggior ragione in presenza di ulteriori fattori di rischio (ad es. obesità, familiarità, sedentarietà, ipertensione arteriosa, età superiore a 50 anni e così via), è consigliabile sottoporsi quanto prima al test del carico da glucosio.

L’esame in questione consente di accertare o meno la presenza del diabete e/o della cosiddetta condizione di prediabete, o disglicemia.

Il prelievo ematico viene effettuato due ore dopo la somministrazione del carico di glucosio.

Parametri glicemia: i valori di riferimento

  • Ipoglicemia: <60 mg/dl
  • Glicemia normale a digiuno: 60-99 mg/dl
  • Glicemia alterata a digiuno: 100-125 mg/dl
  • Ridotta tolleranza al glucosio: 140-199 mg/dl
  • Diabete: ≥126 mg/dl a digiuno; ≥200 mg/dl a distanza di 2 ore dal test del carico di glucosio; ≥200 mg/dl in qualunque momento della giornata

Perché controllare i parametri della glicemia è così importante?

Effettuare un monitoraggio costante dei livelli glicemici nel sangue è fondamentale, in particolar modo per i diabetici e per gli individui a rischio.

I controlli permettono di gestire correttamente il dosaggio dell’insulina e prevenire e/o identificare per tempo disturbi quali ipoglicemia e iperglicemia.

Monitorare la glicemia è fondamentale per trattare correttamente il diabete mellito di tipo 2: il paziente deve saper controllare i parametri glicemici e correggere la terapia (attenendosi allo schema fornito dal diabetologo) in base ai valori riscontrati.

Per misurare la glicemia è necessario munirsi di un glucometro, di strisce reattive e di un batuffolo di cotone imbevuto di disinfettante.

Dopo aver disinfettato il polpastrello, è necessario eliminare ogni traccia di disinfettante, pungere il polpastrello usando la lancetta pungi-dito (è importante cambiare polpastrello ad ogni controllo) e applicare una singola goccia di sangue sulla striscia reattiva.

Per controllare i parametri glicemia è consigliabile effettuare il test a rotazione: al mattino ancora a digiuno, due ore dopo i pasti o poco prima di coricarsi.

Valori normali glicemia

Negli individui sani, i valori normali della glicemia a digiuno sono compresi tra 70 e 99 mg/dl.

valori normali della glicemia dopo i pasti, invece, risultano sempre inferiori a 140 mg/dl.

Ma cos’è la glicemia e perché è soggetta a variazioni?

La glicemia corrisponde alla concentrazione di glucosio nel sangue, che è la più importante fonte di energia per gli organismi viventi.

L’organismo umano dispone di alcuni meccanismi fisiologici di autoregolazione, capaci di mantenere a valori normali la glicemia, all’interno di un “range” relativamente costante.

Ciò permette di assicurare il normale apporto energetico al cervello che, a differenza dei muscoli e degli altri organi, non riesce ad immagazzinare riserve di glucosio.

Quali sono i sintomi della glicemia alta?

sintomi provocati dall’iperglicemia possono comparire improvvisamente (nel giro di poche settimane o persino di qualche giorno), come avviene nei pazienti affetti da diabete di tipo 1, oppure restare aspecifici e generici, come accade nei pazienti con diabete di tipo 2.

Tipicamente, i sintomi della glicemia alta includono:

  • mal di testa
  • infezioni ripetute, con particolare riferimento a quelle che colpiscono la pelle e la vescica (cistite)
  • perdita di peso
  • necessità di urinare frequentemente, soprattutto di notte
  • irritabilità, nervosismo e cambiamenti repentini dell’umore, causati da un malfunzionamento del sistema nervoso
  • sensazione di stanchezza
  • vista offuscata
  • secchezza delle fauci
  • necessità di bere frequentemente
  • disfunzione erettile
  • alti valori di chetoni nelle urine
  • tachicardia e sudorazione improvvise

Sintomi del diabete

Oltre che i valori glicemia, in sede di diagnosi del diabete il medico valuta anche la presenza o meno di eventuali sintomi legati alla patologia.

Come specificato in precedenza, la causa principale del diabete è l’iperglicemia.

Tuttavia, esistono altri sintomi del diabete tipici, simili per tutte le forme di diabete:

  • Minzione frequente (lo stimolo ad urinare diventa più frequente quando nel sangue c’è molto glucosio; se l’insulina manca oppure risulta inefficace, i reni non riescono a filtrare il glucosio rigettandolo nel sangue; di conseguenza, i reni tendono ad eliminare più liquidi dall’organismo nel tentativo di normalizzare i livelli di glucosio)
  • Sete (l’organismo elimina maggiori quantitativi d’acqua; ciò causa disidratazione e un aumentato bisogno di bere)
  • Tendenza a perdere peso (questo sintomo è più evidente nel diabete di tipo 1; in mancanza di glucosio, l’organismo scompone sia il tessuto adiposo che muscolare, allo scopo di ricavarne energia)
  • Affaticamento e debolezza (quando manca l’insulina, oppure le cellule diventano insensibili alla sua presenza, il glucosio resta inutilizzato, poiché non viene trasportato all’interno delle cellule; ne consegue una marcata sensazione di stanchezza)
  • Intorpidimento, dolore e/o formicolio a mani, gambe e piedi (in realtà, tali sintomi sono tipici di una particolare complicanza del diabete detta neuropatia; tendono a peggiorare con il tempo)
  • Disturbi della vista
  • Prurito e pelle secca
  • Frequenti infezioni
  • Lividi e tagli che impiegano più del dovuto per guarire

Diagnosi del diabete

Per determinare la presenza o meno di iperglicemia ed eventualmente diagnosticare il diabete, è necessario ricorrere ad un prelievo del sangue e alla successiva misurazione dei livelli di glucosio presenti in esso.

Tuttavia, non sempre un aumento del glucosio nel sangue è sufficiente per diagnosticare il diabete mellito.

Esistono, infatti, situazioni in cui i valori glicemia subisce alterazioni significative, che possono essere considerate o meno campanelli d’allarme.

Ma quali sono i criteri più importanti cui il medico fa riferimento in sede di diagnosi?

  • Presenza della sintomatologia classica del diabete
  • Riscontro di una glicemia uguale o maggiore a 200 mg/dl
  • Glicemia a digiuno (misurata almeno 8 ore dopo l’ultimo pasto) uguale o maggiore a 126 mg/dl

Uno dei metodi più utilizzati per effettuare la diagnosi del diabete è il test da carico orale di glucosio (Oral Glucose Tolerance Test o OGTT).

L’esame prevede la somministrazione di 75 grammi di glucosio ed il successivo controllo della glicemia trascorse due ore dall’assunzione dello stesso.

L’OGTT resta uno strumento fondamentale nella diagnosi del diabete gestazionale; al contrario non viene raccomandato dall’ADA per la diagnosi del diabete di tipo 1 e 2.

Di parere contrario l’OMS, che continua a consigliarne l’utilizzo nei casi in cui la glicemia a digiuno è compresa tra 110 e 126 mg/dl.

Approfondisci con queste informazioni del medico.

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Valori diabete: Quali sono i valori glicemia diabete cui fare riferimento?

Negli individui non affetti da diabete i valori della glicemia a digiuno, ovvero quelli rilevati una volta trascorse almeno 8 ore dall’ultimo pasto, sono compresi tra 60 e 99 mg/dl.

Dopo i pasti, per quanto abbondanti siano, la glicemia difficilmente supera i 140 mg/dl.

Esiste anche un altro sistema utile a valutare l’andamento della glicemia: è denominato emoglobina glicata (HbA1c) e consente di stimare la media dei livelli di glicemia degli ultimi 3/4 mesi.

Nei soggetti non affetti da diabete i valori risultano inferiori a 42 mmol/mol (al 6%).

Quali sono, nel caso del diabete i valori da interpretare come un campanello d’allarme?

Le linee guida offerte dall’ADA (American Diabetes Association) e dall’OMS definiscono tipici del “pre-diabete” alcuni indicatori, in grado di identificare i soggetti più a rischio. Tra questi:

  • glicemia a digiuno compresa tra 100 e 125 mg/dl
  • glicemia compresa tra 140 e 199 mg/dl 2 ore dopo la somministrazione di un carico orale di glucosio
  • emoglobina glicata (HbA1c) compresa tra 39 e 48 mmol/mol (5,7-6,4%)

Quando è possibile diagnosticare il diabete?

Il diabete ha valori superiori a 200 mg/dl rilevabili in qualsiasi momento della giornata.

La glicemia a digiuno (almeno 8 ore di astensione da ogni genere di alimento) risulta uguale o superiore a 126 mg/dl, mentre l’emoglobina glicata (HbA1c) è superiore a 48 mmol/mol (uguale o superiore al 6.5%).

Valori glicemia alta: una grave iperglicemia può causare problemi a lungo termine?

Livelli troppo alti di glucosio, ossia valori glicemia alta in modo eccessivo, possono danneggiare numerosi organi in maniera irreparabile.

A risentirne sono soprattutto:

  • reni, con una progressiva perdita della funzione renale, fino ad arrivare alla dialisi
  • gli occhi, con una progressiva diminuzione della vista
  • il sistema nervoso centrale, con alterazioni degli apparati urinario e digerente
  • il sistema nervoso periferico, con una marcata alterazione della sensibilità agli arti superiori ma soprattutto inferiori, in grado di determinare ulcere e cancrena

In caso di diabete valori glicemici particolarmente alti influiscono anche sul sistema cardiovascolare, aumentando il rischio di infarto del miocardio. Si approfondisca sui sintomi e le cause dell’ipertensione.

Sebbene tali complicanze si manifestino in maniera graduale, in alcuni pazienti affetti da diabete di tipo 2 ai quali il diabete è stato diagnosticata tardivamente, è possibile rilevare i peggioramenti appena descritti (nonché la loro sintomatologia tipica) già nel momento in cui il diabete viene diagnosticato.

Ecco perché è molto importante riconoscere i sintomi della malattia per tempo, aiutati magari da modelli predittivi di diagnosi.

Quando si può dire che si ha il diabete?

Si pone diagnosi di diabete quando i livelli ematici di glucosio, rilevati dopo un digiuno di almeno 8 ore, sono superiori ai 126 mg.

Quando si parla di prediabete?

Il termine prediabete viene riservato a due condizioni di iniziale alterazione del metabolismo glucidico (metabolismo degli zuccheri) e precisamente: Alterata glicemia a digiuno: si configura per valori di glicemia tra 100-125 mg/dl e si evidenzia con il semplice prelievo di sangue a digiuno.

Come capire se si è in pre diabete?

Si può diagnosticare il prediabete se, due ore dopo aver bevuto il liquido, la glicemia è compresa tra 140 e 199 mg/dl. Questi valori della glicemia sono sopra la norma ma non sufficientemente alti da essere definiti come diabete: se fossero pari o superiori ai 200 mg/dl si potrebbe diagnosticare il diabete.

Quali sono i campanelli d'allarme del diabete?

Esistono, inoltre, veri e propri campanelli d'allarme a cui prestare molta attenzione: è il caso dell'aumento di quantità delle urine (poliuria) e della frequenza delle minzioni. Non vanno trascurati, poi, l'aumento della sete (polidipsia) e la maggiore sensazione di stanchezza (astenia).